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Qualche buona notizia in ritardo su lavoro e disabili

La presentazione al Parlamento della relazione sullo stato di applicazione dei dispositivi relativi all’inserimento lavorativo dei disabili è un adempimento legislativo. Questa volta attuato con un notevole ritardo. Presentata il 28 febbraio 2018, infatti, riferisce i dati delle annualità 2014-2015. La sfasatura temporale propone riflessioni non aggiornate. In un diverso contesto economico, sociale e giuridico.  (Non è menzionata da nessuna parte, ma forse c’entra la riorganizzazione dell’agenzia preposta alla rilevazione).

Ragioniamo, quindi, su dati “obsoleti”, anche significativamente arricchiti rispetto a precedenti edizioni, ma non completi, se è vero che mancano all’appello alcuni dati parziali o totali di alcune regioni e province[i].

Rispetto alle precedenti relazioni, l’ottava edizione, infatti, introduce l’approfondimento relativo al funzionamento del collocamento mirato nelle 14 città metropolitane. Viene come nelle altre edizioni contestualizzata la generale condizione occupazionale del biennio in esame, caratterizzata in questo periodo con i primi segnali di ripresa; sono riportati i vari interventi di politica attiva del lavoro, compresi gli interventi relativi all’inserimento lavorativo dei disabili, a livello europeo, nazionale e regionale.

E’ utile soffermarci su alcuni aspetti quantitativi, per evidenziare prime tendenze, anche alla luce delle novità normative introdotte.

 

Le iscrizioni alle liste.  Nel 2014 le persone con disabilità, italiane e straniere, iscritte negli elenchi del collocamento mirato risultano essere 789.383. Per l’anno successivo il dato appare leggermente inferiore (775.095). Ma rispetto al biennio precedente, l’incremento c’è stato[ii].

Consideriamo i flussi. Il flusso di iscrizioni annuali (le nuovi iscrizioni) nel 2014 è stato pari a 78.000 unità e quasi 92.000 l’anno successivo. L’incremento nel 2015 è stato pari al 23,6% rispetto al 2012 e al 35,1% rispetto al 2013. Le donne con disabilità iscritte nel corso dell’anno rappresentano il 43% nel 2014 e il 43,8% l’anno successivo.

Da rilevare è che, in questo periodo, molte più persone si iscrivono rispetto a quelle che si cancellano.  Il flusso in uscita dal collocamento mirato: nel 2014 ogni 2,5 nuove iscrizioni si è registrata 1 cancellazione; rapporto che sale a 3,6 a 1 nel 2015, senza sostanziali differenze fra i due generi.

 

Quali i motivi delle cancellazioni?  Il raggiungimento dell’età pensionabile riguarda il 34,2%% delle cancellazioni del 2014 e si ridimensiona fino al 19,2% nel 2015.  La perdita della condizione di disabilità e il decesso dell’iscritto assumono maggior rilevanza rispettivamente nel 2014 (24,7%) e nel 2015 (45,1%), presumibilmente in relazione alla conduzione di operazioni di pulizia degli elenchi da parte dei servizi competenti; rilevante   è il peso, in ambedue le annualità, delle cancellazioni avvenute per trasferimento dell’iscrizione presso un altro servizio (12,7% nel 2014 e 10,4% nel 2015).  Il ricorso alla cancellazione in caso di mancata risposta alla convocazione, di rifiuto del posto di lavoro offerto, su richiesta dell’iscritto o per la modifica delle residue capacità lavorative non risulta essere eventualità molto frequente.[iii]

 

Il complesso degli avviamenti aumenta in termini assoluti, arrivando a toccare nel 2014 le 28.000 unità e a oltre 29.000 nel 2015. Rispetto al 2013, nel 2014 si assiste ad un incremento pari a più del 50%, più un ulteriore incremento di poco meno del 6% tra il 2014 e il 2015.  Pochi i differenziali tra generi negli avviamenti rispetto a quelli riscontrabili nelle iscrizioni avvenute nel corso dell’anno.  Sono i datori di lavoro privati che contribuiscono alla maggioranza degli avviamenti: oltre il 92% del totale nel 2014 e poco meno del 96% nel 2015. Questi incrementi possono essere messi in relazione all’entrata in vigore delle nuove normative relative alla chiamata nominativa[iv]. L’incremento è significativo per entrambi i generi, ma è più alto fra gli uomini (47,4%) rispetto alle donne (41,1%). Interessante è l’incremento del contributo relativo agli avviamenti presso i datori di lavoro non soggetti ad obbligo (perché collocati sotto la soglia dei 15 dipendenti): la modalità di richiesta nominativa aumenta significativamente nel 2015, arrivando a pesare per il 93,3% del totale nel caso delle lavoratrici. [v]

 

Quali gli istituti contrattuali.  L’utilizzo del contratto di apprendistato da parte dei datori di lavoro privati è molto basso (non più dell’1,2%). Pur essendo presente il contratto a tempo indeterminato, più diffusa è la tipologia a tempo determinato. Si registra nel 2015 l’aumento del peso percentuale dei contratti a tempo indeterminato che viene messo in relazione alla possibilità di cumulo da parte dei datori di lavoro degli incentivi ex articolo 13 della Legge 68/99 con l’esonero contributivo triennale per le assunzioni a tempo indeterminato. [vi]

 

Il ricorso a convenzioni.  La convenzione, nelle varie tipologie, è l’istituto che ha favorito maggiori avviamenti di persone con disabilità. Ciò è avvenuto tra i datori di lavoro privati che pubblici.

Utilizzate le convenzioni di integrazione lavorativa (finalizzate all’avviamento di persone con disabilità che presentino particolari caratteristiche e difficoltà di inserimento nel ciclo lavorativo ordinario) con quasi esclusiva richiesta nominativa.

Presso datori di lavoro pubblici prevale, in queste convenzioni stipulate in numero ridotto, la chiamata numerica.

Marginale o limitato è il contributo delle convenzioni previste dall’art. 12 (consentono l’inserimento temporaneo di persone con disabilità assunte da datori di lavoro presso cooperative sociali, ovvero presso disabili liberi professionisti) e dall’art. 12 bis e quelle di esternalizzazione di commesse in applicazione dell’art. 14 del Dlgs 276/2003. [vii]

 

 In merito alle risoluzioni, prevale la cessazione del rapporto per termine del contratto, seguita dalle dimissioni (causale che mantiene una certa ambiguità). [viii]

 

Gli esoneri parziali autorizzati nel 2014 sono stati 1.864 a fronte di n. 1996 richieste. Le persone disabili interessate nel 2014 sono pari a 13.460 unità. Nel 2015 gli esoneri parziali sono stati 1.974, a fronte di 2.075 richieste, per un totale di 13.551 persone. E’ l’industria il settore che utilizza maggiormente l’esonero parziale.[ix]

 

Di un certo interesse interesse è l’andamento delle sanzioni, in qualche modo indicatore di controlli ispettivi e vigilanza nei confronti dei datori di lavoro.   Nel 2014 si registra un numero significativo di sanzioni per mancato adempimento degli obblighi di assunzione rispetto al numero di sanzioni per ritardato invio del prospetto informativo e alla mancata copertura della quota d’obbligo. Nel 2015 il numero delle sanzioni diminuisce rispetto al 2014 con un totale di n. 394 sanzioni. Sempre nel 2015, si registra una forte diminuzione di sanzioni per ritardato invio del prospetto informativo rispetto all’anno precedente.[x]

 

Osservazioni.

I ritardi della presentazione dell’VIII Relazione ci presentano un quadro non sincronizzato sulla realtà attuale del diritto al lavoro dei disabili. Le stesse comparazioni tra annualità perdono a riguardo molto del loro significato.  E’ auspicabile che a tempi brevi, in coerenza con quanto previsto dal dispositivo normativo, vi sia una maggiore attualizzazione dell’analisi della situazione. Non tralasciando il riferimento alla qualificazione dei servizi territoriali.  Anche per la rilevanza che la dimensione lavorativa assume nella prospettiva individuale e collettiva delle persone con disabilità. Per la verifica delle policy. Per l’attivazione degli attori pubblici e privati interessati.

Fermo restando che anche per la popolazione in condizione di disagio vale la necessità di sviluppo economico e sociale inclusivo, si tratta di verificare se alcuni istituti specifici messi già in campo producono effettivamente processi duraturi di miglioramento generale.  Troppe volte abbiamo assistito ad una negativa reazione di riassorbimento.  A maggior ragione si tratta di mettere in atto quegli strumenti di sistema già individuati dalle norme e sottolineati dal programma biennale in attuazione della Convenzione ONU.  La crescita della consapevolezza contro la discriminazione deve consolidarsi in strumenti effettivi di incentivazione, ma anche di contrasto ai comportamenti d



[i] Vedi tabb.59 e 70,  pagg. 233 e 234 della Relazione.

[ii] Vedi tabella seguente.

 

[iii] Vedi tabella seguente.

 

 

[iv] Nel corso del 2015 è entrato in vigore il D.lgs 14 settembre 2015, n. 151. Dopo la data di entrata in vigore del Decreto si passa da una media di oltre 2.000 avviamenti al mese ad una di 3.000, con un incremento del 44,6%.

[v] Vedi tabella seguente.

 

 

[vi] Vedi tabelle seguenti.

 

 

[vii]  Vedi tabella seguente.

 

[viii] Vedi tabella seguente.

 

[ix] Vedi tabella seguente.

 

[x] Vedi tabella seguente.

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