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Per il terzo settore si profila una riforma dinamica

Il consenso (fin qui quasi unanime) dei soggetti del Terzo Settore sulle formulazioni del Presidente del Consiglio, ha consentito di avviare un percorso di riforma e di rilancio. Questo è positivo. I nodi da sciogliere non sono tanto nella redazione della delega quanto nei passaggi successivi della decretazione legislativa. L’opportunità che si apre è quella di prefigurare in maniera dinamica un Sistema Terzo, no profit.

 

  1. Il percorso delineato è quello di un intervento organico sul Terzo Settore (TS), superando interventi precedenti che hanno prodotto disarticolazione dei e tra i soggetti in campo (Cooperazione sociale, Associazionismo di promozione sociale e di volontariato, Fondazioni ed Impresa sociale) (1). 

2.E l’interesse da parte del Governo e assunto dal Presidente del Consiglio, è esplicitato all’interno  di un processo più generale di attivazione di attori sociali con propensione all’”intrapresa”, tenendo presente la complessa fase economica e sociale e le prospettive di nuovo welfare; ciò anche nella prospettiva di incrociare la Programmazione 2014/2020 dei Fondi europei che riservano, anche in Italia (2), notevoli finanziamenti alle politiche di inclusione attiva.  Qualche antecedente si era avuto con il confronto con il Forum del TS da parte del precedente Ministro del Lavoro a proposito della  Garanzia Giovani (3).

La proposta, questa volta, è più ambiziosa e presentata con volontà di concretezza: non solo vengono fissati contenuti generali ed il percorso, ma è indicata la data della decisione del Consiglio dei Ministri circa la definizione della delega legislativa (il 27 giugno prossimo).

A quella data si arriva con il metodo integrativo della consultazione on line aperta a cittadini, associazioni, enti vari.

3. I contenuti della proposta si sviluppano su tre obiettivi principali (4):

  • -Costruire un nuovo Welfare partecipativo, fondato su una governance sociale allargata alla partecipazione dei singoli, dei corpi intermedi e del TS al processo decisionale e attuativo delle politiche sociali, al fine di ammodernare le modalità di organizzazione e derogazione dei servizi del welfare, rimuovere le sperequazioni e ricomporre il rapporto tra Stato e cittadini, tra pubblico e privato, secondo principi di equità, efficienza e solidarietà sociale; 
  • -valorizzare lo straordinario potenziale di crescita e occupazione insito nell’economia sociale e nelle attivitàs volte dal TS, in quanto “tesoro inestimabile, ancora non del tutto esplorato, di risorse umane, finanziarie e relazionali“ che un serio riordino del quadro regolatorio e di sostegno può liberare in tempi brevi a beneficio di tutta la collettività, per rispondere ai nuovi bisogni del secondo welfare e generare nuove opportunità di lavoro e di crescita professionale;
  • -premiare in modo sistematico con adeguatii ncentivi e strumenti di sostegno tutti i comportamenti donativi o comunque prosociali dei cittadini  e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale.

In base a questi obiettivi vengono tracciate linee d’azione articolate in possibili interventi nel TS quali:

• Ricostruire le fondamenta giuridiche, definire i confini.

• Valorizzare il principio di sussidiarietà verticale e orizzontale.

• Far decollare l’impresa sociale.

 

Questi interventi sono sviluppati in punti che, ritenendo saranno alla base della legge di delega o degli eventuali altri interventi normativi, riportiamo nella scheda riassuntiva

Scheda. Linee d’azione relative al Terzo Settore

Ricostruire le fondamenta giuridiche e definire i confini del TS

1) riformare il Libro I Titolo II del Codice Civile, anche alla luce dell’articolo 118 della Costituzione, introducendo o rivisitando le norme in materia di:

  • -costituzione degli enti e valorizzazione della loro autonomia statutaria con specifico riguardo a quelli privi di personalità giuridica;
  • -requisiti sostanziali degli enti non profit  ed eventuali limitazioni di attività;
  • -struttura di governance, affermando pienamente il principio democratico e partecipativo negli organi sociali;
  • -responsabilità degli organi di governo e obblighi di trasparenza e di comunicazione economica e sociale rivolti all’esterno;
  • -semplificazione e snellimento delle procedure per il riconoscimento della personalità giuridica, anche attraverso la digitalizzazione telematica delle pratiche;
  • -diversificazione dei modelli organizzativi in ragione della dimensione economica dell’attività svolta, dell’utilizzazione prevalente o comunque rilevante di risorse pubbliche e del coinvolgimento della fede pubblica;
  • -criteri per la gestione economica degli enti non profit;
  • -forme  di controllo e accertamento dell’autenticità sostanziale dell’attività realizzata; 
  • -regime di contabilità separata tra attività istituzionale e imprenditoriale;
  • -codificazione dell’impresa sociale.

2) aggiornamento della legge 266/91 sul Volontariato, sulla base dei seguenti criteri:

  • -formazione alla cittadinanza del volontariato nella scuola;
  • -riconoscimento delle reti di volontariato di secondo livello;
  • -revisione del sistema degli albi regionali e istituzione del registro nazionale;
  • -ridefinizione dei compiti e delle modalità di funzionamento dell’Osservatorio nazionale;
  • -riduzione degli adempimenti burocratici e introduzione di modalità adeguate e unitarie di rendicontazione economica e sociale;
  • -introduzione di criteri più trasparenti nel sistema di affidamento in convenzione dei servizi al volontariato;
  • -promozione e riorganizzazione del sistema dei centri di servizio quali strumenti di sostegno e supporto alle associazioni di volontariato;

3) revisione della legge 383/2000 sulle Associazioni di promozione sociale al fine di:

  • -razionalizzare le modalità di iscrizione ai registri;
  • -ridefinire l’Osservatorio Nazionale dell’Associazionismo;
  • -una migliore definizione delle modalità di selezione delle iniziative e dei progetti di formazione e sviluppo;
  • -armonizzare il regime delle agevolazioni fiscali rispetto a quello di altre categorie di enti non profit;

4) istituzione di un ’Authority del Terzo settore;

5) coordinamento tra la disciplina civilistica, le singole leggi speciali e la disciplina fiscale, con la redazione di un Testo unico del TS;

Valorizzare il principio di sussidiarietà verticale e orizzontale

6) aggiornamento della legge 328/2000 con riferimento alla programmazione e gestione dei servizi sociali ai fini della definizione di nuovi criteri e moduli operativi per assicurare la collaborazione degli enti no profit alla programmazione e non solo dell’esecuzione delle politiche pubbliche a livello territoriale;

7) revisione dei requisiti per l’autorizzazione/accreditamento delle strutture e dei servizi sociali e delle procedure di affidamento per l’erogazione dei servizi sociali da parte degli enti locali

8) introduzione di incentivi per la libera scelta dell’utente a favore delle imprese sociali mediante deduzioni o detrazioni fiscali oppure mediante voucher;

Far decollare l’impresa sociale

9) superamento della qualifica opzionale di impresa sociale, rendendo non facoltativa, ma obbligatoria l’assunzione dello status di impresa sociale per tutte le organizzazione che ne abbiano le caratteristiche; 

10) ampliamento delle “materie di particolare rilievo sociale” che definiscono l’attività di impresa sociale;

11) ampliamento delle categorie di lavoratori svantaggiati;

12) previsione di forme limitate di remunerazione del capitale sociale;

13) riconoscimento delle cooperative sociali come imprese sociali di diritto senza necessità di modifiche statutarie e semplificazione delle modalità di formazione e presentazione del bilancio sociale, pur mantenendone l’obbligatorietà;

14) armonizzazione delle agevolazioni e dei benefici di legge riconosciuti alle diverse forme del non profit;

15) promuovere il Fondo per le imprese sociali e sostenere la rete di finanza etica;

Assicurare una leva di giovani per la “difesa della Patria” accanto al servizio militare tramite il Servizio civile nazionale (SCN) universale:

16) garantire di poter svolgere il Servizio Civile Universale, fino ad un massimo di 100.000 giovani all’anno per il primo triennio dall’istituzione del Servizio;

17) tempi di servizio che permettano ai giovani di fare una esperienza significativa ma non di lunga durata  (8 mesi eventualmente prorogabili di 4 mesi);

18) partecipazione degli stranieri al SCN;

9) previsione di benefit per i volontari, quali: crediti formativi universitari; tirocini universitari e professionali; riconoscimento delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio;

20) stipula di accordi di Regioni e le Province autonome con le Associazioni di categorie degli imprenditori, associazioni delle cooperative e del terzo settore per facilitare l’ingresso sul mercato del lavoro dei volontari, la realizzazione di tirocini o di corsi di formazione per i volontari;

21) possibilità di un periodo di servizio in uno dei Paesi dell’Unione Europea avente il Servizio Civile volontario in regime di reciprocità;

Dare stabilità e ampliare le forme di sostegno economico, pubblico e privato, attraverso:

22) il riordino e l’armonizzazione delle diverse forme di fiscalità di vantaggio per gli enti del terzo settore, con riferimento ai regimi sia delle imposte dirette che indirette, anche al fine di meglio chiarire la controversa accezione di “modalità non commerciale”;

23) il potenziamento del 5 per mille, prevedendo:

  • -la revisione della platea e l’identificazione stabile dei soggetti beneficiari e il loro inserimento in un elenco liberamente consultabile;
  • -la possibilità di destinare il  5 per mille non solo dell’Irpef, ma anche delle imposte sostitutive per i contribuenti cosiddetti “minimi”;
  • -l’obbligo, per i soggetti beneficiari, di pubblicare on line i propri bilanci utilizzando uno schema standard, trasparente e di facile comprensione;
  • -l’eliminazione del tetto massimo di spesa, onde evitare l’erosione del il 5 per mille 
  • -la semplificazione delle procedure amministrative a valle del calcolo dei contributi spettanti a ciascun beneficiario, così da superare gli attuali tempi di erogazione delle quote spettanti;

24) la promozione dei titoli di  solidarietà già previsti dal D.Lgs. 460/97;

25) l’allargamento della platea dei beneficiari dell’equitycrowdfunding ad oggi limitato alle sole start up;

26) disciplina sperimentale del “voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia”, come strumento di infrastrutturazione del “secondo welfare”;

27) definizione di un trattamento fiscale di favore per “titoli finanziari etici”, così da premiare quei cittadini che investono nella finanza etica i loro risparmi;

28) introduzione di nuove modalità per assegnare alle organizzazioni di terzo settore in convenzione d’uso immobili pubblici inutilizzati;

29) riforma dell’attuale meccanismo di destinazione e assegnazione dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata, ai fini di un maggiore coinvolgimento degli enti del Terzo Settore nella gestione dei beni medesimi per il consolidamento e lo sviluppo di iniziative di imprenditorialità sociale.

4. Innovativo il metodo di diffusione della proposta da parte del Presidente del Consiglio e metodo di confronto arricchito dalla consultazione on line. 

Allo stato attuale, l’iniziativa governativa ha ricevuto complessivamente una valutazione positiva da parte del mondo del TS (5). Si è messo in evidenza la positività di risposte ad esigenze sostenute da molti anni dal TS, la condivisione dei principi ispiratori generali, alcune consonanze relative alle specifiche proposte.

5. Le proposte indicano aree tematiche che dovranno essere affrontate e risolte nel successivo percorso normativo, sia nella scrittura della delega da parte del Consiglio dei Ministri, sia nelle risultanze del dibattito parlamentare di approvazione della delega al Governo, sia in fase di proposta dei decreti legislativi di attuazione.

Stando alle dichiarazioni del Sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba, che ha la delega del TS, l’attuazione sarà realizzata a stadi successivi. La prima formulazione, in quanto ritenuta più matura è quella relativa all’impresa sociale. In realtà i contenuti previsti nelle Linee emanate dal Presidente del Consiglio, di carattere emendativo alla legge esistente (il decreto legislativo n.155 del 2006), ricalcano proposte di legge già elaborate.(6) Da approfondire proprio per il ruolo di eventuale prima realizzazione e quindi possibile riferimento per le modifiche di altri tipi di enti in gioco.

Altra proposta ad un elevato livello di elaborazione e di condivisione (e viste le implicazioni relative alla Garanzia Giovani) è quella relativa al Servizio Civile Nazionale: l’iter legislativo parlamentare era a buon punto verso la unificazione dei testi delle proposte di legge presentate. In questo caso il problema aperto è la soluzione della copertura aggiuntiva all’obiettivo di 100 mila giovani da avviare. Al riguardo, si era ipotizzato una parte di risorse di Garanzia Giovani, o comunque l’intervento dei Fondi europei (a riguardo vedi il numero n.127 della Newsletter di Nuovi Lavori, interamente dedicato al Servizio Civile Nazionale).

6. Il focus delle Linee è attualmente concentrato sulla riforma delle caratteristiche distintive dei soggetti associativi e delle collegate esigenze agevolative(meno riguardo allo sviluppo delle attività e ai rapporti con i vari stakeholder del TS, ad esempio il profilo lavoristico) .

A riguardo vi sono comunque   passaggi da osservare e valutare.

Sul piano degli assetti istituzionali: come viene risolto il rapporto tra i vari livelli istituzionali che hanno attualmente competenze regolatorie e gestionali (Stato, Regioni ed Autonomie locali).

Sul piano della strutturazione, piuttosto che di un settore terzo, di un vero e proprio sistema no profit, e quindi come gli aspetti definitori e l’interazione con il pubblico possono facilitare o ostacolare questo sviluppo, anche per le forme di cooperazione /competizione dentro il TS e con il profit. 

Non secondario a riguardo sono sicuramente gli elementi distintivi interni, ma anche, per esempio, l’assetto delle competenze dell’Agenzia (unica) del TS e le prerogative di intervento, la unificazione o come minimo il coordinamento effettivo degli osservatori nel TS e dei fondi di finanziamento, pur nelle articolazioni funzionali operative (non solo come razionalizzazione, ma anche, ad esempio, come capacità di coordinamento della operatività, possibilità di benchmarking, promozione di modelli operativi congeniali nei rapporti tra i vari stakeholder interni ed esterni al TS), l’accesso ai sistemi agevolativi che distinguano caratteristiche e premialità della specifica meritevolezza dei  soggetti e lo sviluppo delle attività, evitando l’ indifferenziato allinearsi verso la maggiore situazione di vantaggio dei sistemi agevolativi (dietro la formula troppo generica) dell’armonizzazione.

Procedere a provvedimenti successivi è necessario, ma nei confronti di spinte divaricanti per l’intreccio di valori ed interessi, occorre avere e perseguire una salda visione d’insieme.

 

 

[1] L’esigenza era stata ormai sollecitata più volte dall’’associazionismo. Lo stato di sviluppo del settore è stato oggetto di indagine da parte dell’ISTAT nel Rapporto 2014sulla situazione del Paese, paragrafo quarto. Vanno effettuate comunque le considerazioni di alcuni studiosi circa le caratteristiche di elementarietà dei dati ISTAT e la limitata correlazione tra i dati stessi che confermano lo sviluppo del settore ma in maniera comparata più limitata, con connotati di natimortalità significativi, propensione al dimensionamento limitato (anche se maggiore rispetto alla media delle imprese profit).Confronta G.Barbetta, Terzo settore sotto la lente d’ingrandimento, in laVoce.info. Nell’articolo si evidenzia che l’intervento del Governo, pur condivisibile nelle linee generali, sembra più interessato alla promozione di nuove imprese sociali piuttosto che alla loro consolidamento e sviluppo dimensionale nei vari modi possibili.

[2] Tra i vari fondi l’ammontare a disposizione è di poco meno di 4 miliardi di euro.

[3] Vedi newsletter Nuovi Lavori, Mario Conclave, Il Programma Garanzia Giovani includa i disabili in età lavorativa.

[4] Riportati quasi testualmente

[5] Vedi in Redattore Sociale del 14 maggio 2014 alcune dichiarazioni di esponenti del TS, di deputati, di studiosi. “Terzo settore, le associazioni promuovono la riforma. Giudizi positivi al documento fatto circolale dal premier Matteo Renzi.

Forum terzo settore: “Nel documento sono presenti i nostri principiispiratori”. Centro nazionale del volontariato: “La riforma, un pezzoimportante del rilancio del Paese”. L’economista Zamagni: “Svolta nonbuona, buonissima”.

“Terzo settore, luci ed ombre nella proposta di riformadel governo Renzi” come riportate da Il Fatto Quotidiano. Società. 26 maggio 2014.

[6] Per comodità espositiva facciamo riferimento all’articolo di S.Lepri, Cambiare la norma sull’impresa sociale. Una proposta. In Impresa sociale n.3, aprile 2014. Nell’articolo vengono presentati gli obiettivi della proposta di legge ed una sua articolazione già nella forma di emendamenti, sostitutivi o integrativi (vedi allegato).

 

 

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