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In fumo per corruzione e frodi 6 miliardi di euro all’anno, nella sanità

La corruzione nel nostro Paese dilaga. E tra i settori ad alta densità di corruzione c’è la Sanità italiana. A Roma, il 6 Aprile,  è stato presentato, nell’ambito della prima giornata nazionale contro la corruzione nella Sanità, il Progetto “Curiamo la corruzione”. Saranno forniti i risultati del progetto. Ne parliamo con la Professoressa Carla Collicelli, docente universitario di Sociologia del Welfare e della salute in diversi atenei romani. Collicelli è anche Advisor scientifico della Fondazione Censis e componente del Comitato di coordinamento del Progetto “Curiamolacorruzione”.

 

Dottoressa Collicelli, le cronache giudiziarie, ormai quasi quotidianamente, ci informano di episodi gravi di corruzione. La corruzione è, ormai, endemica al “Sistema Italia”.  La Sanità italiana gioca, purtroppo, un ruolo da protagonista nella corruzione.  A quanto ammonta, in miliardi di Euro, la cifra della corruzione nella Sanità? 

Non è facile quantificare fenomeni, come quello della corruzione, che per definizione sfuggono agli accertamenti ed ai controlli. L’attenzione che da qualche tempo a questa parte si è risvegliata sul tema ha stimolato però studi ed analisi che consentono, oggi rispetto a ieri, di avere una idea più precisa, anche se ancora approssimativa, del peso economico e sociale dei fenomeni corruttivi. Nell’ambito del Progetto «Curiamo la corruzione», condotto da Transparency International Italia, Censis, Ispe Sanità e RiSSC, molti passi avanti sono stati compiuti nella direzione della quantificazione della corruzione nella sanità italiana. Fino ad oggi sappiamo, sulla base delle stime precedenti, che tra corruzione e frodi almeno 6 miliardi di euro, cioè più del 5% della spesa sanitaria pubblica, vengono bruciati. E del resto la stessa Guardia di finanza ha intercettato in sanità tra gennaio 2014 a giugno 2015 un danno erariale per 806 milioni di euro, pari al 14% del danno erariale complessivo.

 

La cifra di 6 Miliardi bruciati, tra corruzione e frodi, è una cifra astronomica. Non è certo una bella pubblicità per il nostro Paese. Nel “ranking” del “Global corruption barometer” a che punto siamo in questa classifica? Qual è la situazione a livello europeo? 

In effetti il nostro Paese non brilla nelle graduatorie internazionali per quanto riguarda la corruzione. Il nostro partner di Progetto, Transparency International Italia, ha segnalato a più riprese una posizione non lusinghiera dell’Italia nel “Corruption Perceptions Index”, il cui ultimo aggiornamento, presentato a Roma pochi giorni fa, colloca l’Italia al 61° posto su 167 paesi del mondo, ultima in Europa con l’eccezione di qualche paese balcanico. Germania e Regno Unito si trovano in decima posizione, la Francia al 32° e la Spagna al 36°, per fare riferimento ai paesi europei con cui solitamente ci confrontiamo. Il 54% degli italiani è convinto, d’altra parte, che la sanità nel nostro Paese sia corrotta. È un dato che ci pone al 69° posto nel ranking del “Global Corruption Barometer”, che classifica 107 Paesi del mondo. Anche in questo caso l’Italia è preceduta da tutti i Paesi europei più avanzati. Del resto, sono circa 2 milioni gli italiani che ammettono di aver pagato una «bustarella» per ricevere favori in ambito sanitario.

 

Vi sono differenze anche in Italia: qual è la regione meglio classificata ?

Per quanto riguarda le differenze all’interno dell’Italia, si può fare riferimento ad uno studio svedese ed alle ricerche del Censis. Lo studio della Università di Gothenburg  sulla qualità del governo locale in 18 paesi europei, condotto nel 2010 e poi nel 2013, colloca l’Italia al 24° posto rispetto ai 26 stati dell’Unione,  seguita solo da Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania.  Soprattutto lo studio svedese rileva anche le differenze riscontrabili a livello di regioni: per quanto riguarda l’Italia la variabilità interna è enorme, con regioni come Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta che si collocano tra le prime 100 delle 210 regioni europee, e regioni come Campania, Calabria e Molise, che si trovano agli ultimissimi posti.

Una ricerca del Censis, condotta nel 2010 per conto del Ministero della Salute (all’epoca del ministro Fazio) sulla qualità percepita e la soddisfazione degli utenti della sanità italiana, ha permesso di rilevare per la prima volta a livello di macro aree regionali che una quota di ricoverati ha avuto la sensazione che altri “pazienti ricevano trattamenti di favore” nel corso della degenza (9,4%), e nel corso del ricovero (9,4% nella media italiana e 16,6% nel sud e nelle isole). Dalla stessa ricerca emerge che la frequenza di casi di “malasanità” nella propria zona è ritenuta alta o abbastanza alta dal 24,4% degli italiani (41,7% nel sud e nelle isole). Sempre secondo lo studio del Censis del 2010, il 30,3% ritiene molto o abbastanza probabile che un paziente ricoverato possa subire un grave errore medico; il 9% dei ricoverati ha osservato altri pazienti ricevere trattamenti di favore (il 16,6% nel sud e nelle isole); il 24,5% definisce molto o abbastanza frequenti i casi di malasanità nella propria zona (il 41,1% nel sud e nelle isole); il 38,6% considera quale principale ostacolo per il miglioramento dei servizi sanitari pubblici il malcostume di politici ed amministratori ed il 32,6% le pressioni e gli interessi dei privati. Né meraviglia che nell’agenda delle cose da fare per una assistenza sanitaria sostenibile si collochi al primo posto l’efficienza di strutture, servizi e personale (56,1%).

 

Quali settori della Sanità italiana sono più esposti al fenomeno corruttivo?

I settori più esposti alla corruzione notoriamente sono quelli degli appalti pubblici, degli acquisti di beni e servizi, e delle nomine dei dirigenti, anche se non mancano, come abbiamo visto, altre forme di inefficienza e spreco dovute a comportamenti  irregolari o addirittura illegali in altri ambiti di attività. Nella Giornata del 6 aprile verranno resi i noti i risultati recentissimi del Progetto “Curiamolacorruzione” sulla qualità e quantità dei fenomeni corruttivi secondo gli stessi dirigenti delle aziende sanitarie ed ospedaliere, nonché sulla base dell’esame approfondito dei Piani Anticorruzione delle aziende e della analisi dei Conti economici.

 

Vi sono anche sprechi, frodi e nero (visite pagate senza regolare fatture). Come si sviluppa la “malasanità” nei comportamenti quotidiani?

I comportamenti e la responsabilità individuale sono alla base di tutto, ed è proprio per questo che il Progetto, oltre a quantificare le dimensioni del fenomeno, mira a mettere in campo strategie di contrasto che coinvolgano tutti i referenti istituzionali e portatori di interesse del settore, attraverso il lavoro del Tavolo Tecnico Pubblico Privato, ed anche ad animare iniziative innovative sul territorio, che sono in corso di realizzazione in una serie di Aziende pilota. Grazie a questo tipo di interventi si intende agire sulla consapevolezza, competenza e responsabilità etica di tutti coloro che per il ruolo che ricoprono hanno voce in capitolo.

 

A che punto è la digitalizzazione della Sanità?

La digitalizzazione in sanità è in ritardo in Italia, e nell’ambito del progetto abbiamo ritenuto di sollevare la questione in quanto la consideriamo legata al fenomeno della corruzione. Come molti giustamente pensano, un utilizzo più intenso di internet nella pubblica amministrazione renderebbe le procedure più trasparenti, e così facendo si potrebbe dare più forza ai cittadini, facilitare i controlli, far risparmiare tempo e denaro, ridurre gli sprechi  e gli ambiti di discrezionalità degli operatori.

 

Voi del Censis, come già detto, insieme a “Trasparency International Italia”, Ispe Sanità e RISSC (Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità), avete inaugurato il progetto “Curiamo la corruzione”. Come si sviluppa il progetto e quali gli obiettivi concreti?

Il Progetto “Curiamolacorruzione” di Transparency, Censis, Ispe Sanità e RISSC ha una durata di 3 anni e si distingue per l’ampiezza dell’approccio messo in campo, che è stato molto apprezzato in sede di valutazione da parte della Siemens Integrity Action. Oltre alle ricerche sulle caratteristiche quantitative e qualitative del fenomeno corruttivo in sanità, il progetto prevede una ampia azione di tipo comunicativo, volta a risvegliare l’attenzione sul tema, azioni locali nelle aziende sanitarie ed ospedaliere, il coinvolgimento degli stakeholders nella definizione delle strategie, la stesura di un Policy Paper e di un Policy Statement per indirizzare  le azioni e molto altro ancora. Ci auguriamo che una simile azione integrata ci permetta di fare passi avanti significativi. 

 

Dal sito: http://confini.blog.rainews.it/

 

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