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Ragionate con la vostra testa: intervista a Gabriele Toccafondi

Si è conclusa sabato la tre giorni scaligera di JOB&Orienta, la più importante manifestazione italiana sull’orientamento alla formazione e al lavoro che ha visto tra i protagonisti degli stand anche noi di WeCanJob. Un appuntamento senz’altro stimolante, che ha visto migliaia e migliaia di giovani popolare con gioia e voglia di scoperta gli ambienti di VeronaFiere, per conoscere i modi più efficaci di accedere a un futuro formativo e professionale dei più soddisfacenti.

Numerosi sono stati anche gli ospiti delle istituzioni, del mondo della scuola e di quello aziendale, che si sono avvicendati ai microfoni dei vari appuntamenti in programma per offrire importanti testimonianze alla platea dei visitatori. Tra questi ospiti c’era anche Gabriele Toccafondi, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Noi di WeCanJob l’abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto di offrire utili consigli ai giovani e di raccontarci la sua esperienza tra gli stand di JOB&Orienta.

WCJ Sappiamo che il contesto sociale italiano è in continua evoluzione, evoluzione cui il mondo delle istituzioni deve saper dare risposta in termini di interventi concreti. Cosa si sta muovendo nel sistema della formazione italiano? Come stanno rispondendo le Istituzioni al mutamento del contesto sociale?

Toccafondi Il mondo del lavoro cambia, lo vediamo e lo sappiamo. E sappiamo che nei prossimi anni cambierà anche più velocemente. Allo stato attuale, non sappiamo quali saranno i nuovi lavori e le nuove occupazioni tra dieci o quindici anni. Dobbiamo quindi cambiare mentalità. Non possiamo insegnare oggi le competenze che serviranno ai ragazzi tra cinque, sei o dieci anni. Dobbiamo però far arrivare ai ragazzi più competenze possibile, senza snaturare il mondo della scuola. Un’altra particolarità di questo momento: nel discorso della formazione entrano le competenze ed entra anche la scuola del saper fare, ma non a discapito della scuola della conoscenza e del sapere. Si tratta di due gambe dello stesso sistema che, in quanto tali, devono procedere in parallelo. Certo è, però, che lo status quo della scuola italiana deve cambiare, deve cioè affrontare le problematiche che il mondo del lavoro presenta.

WCJ Quali consigli possiamo dare ai giovani intenzionati a scegliere la propria carriera formativa, e quale settore può garantire loro un futuro professionale? Al giorno d’oggi ci sono delle competenze che, più di altre, offrono la possibilità ai giovani di trovare collocazione sul mercato del lavoro?

Toccafondi Il consiglio che posso dare ai ragazzi è di ragionare con la loro testa e farsi aiutare: dai genitori, dagli insegnanti, dagli adulti in generale. Farsi aiutare partendo però da quella che è la loro passione, dai loro ideali, dal loro talento. Perché la scuola è quel luogo in cui non si imparano semplicemente nozioni (le quali, è vero, molto spesso servono), ma si impara a crescere, a diventare adulti. A scuola si forma la coscienza critica, e spesso e volentieri il proprio talento si scopre esattamente nel percorso scolastico. Chi ha frequentato la scuola, dopo alcuni anni si ricorda del proprio percorso non per quei professori che danno soltanto nozioni, ma per alcuni momenti particolari in cui magari ha scoperto la propria vocazione professionale, una propria passione, un proprio talento, e magari esattamente durante alcune lezione insospettate, con professori “particolari”. E non è cambiato niente: venti o trenta anni fa come oggi il percorso è lo stesso. Quindi ai ragazzi dico: informatevi, informatevi anche su cosa chiede il mondo del lavoro tra cinque o dieci anni, quali sono le vocazioni del sistema produttivo italiano, ma poi ragionate a partire da quello che realmente vi piace e vi appassiona.

WCJ JOB&Orienta è senza dubbio l’evento per eccellenza per l’orientamento in Italia. Qual è secondo lei il valore aggiunto di questo tipo di eventi?

Toccafondi A JOB&Orienta, da decenni ormai, scuola e lavoro non si vergognano di dialogare tra loro, questa penso che sia la carta vincente. Tutto il resto arriva da sé. Ma per decenni, in questo Paese, era quasi impossibile ipotizzare che attorno allo stesso tavolo si potessero sedere le scuole e il mondo del lavoro (le aziende ma non solo), perché si pensava che in questo modo si potesse configurare un attacco alla libertà della scuola, degli studenti e degli insegnanti. Poi, nel tempo, ci siamo accorti che non è così, e che se il mondo della scuola e quello del lavoro dialogano, si fa scuola a tutti gli effetti e si fa del bene ai ragazzi, perché si offre loro un insieme di competenze che il mondo del lavoro, da solo, non è in grado di offrire. JOB&Orienta penso che abbia avuto da sempre, storicamente, questa vocazione, che oggi gli è riconosciuta a livello nazionale.

WCJ E adesso ci racconti brevemente la sua esperienza a JOB&Orienta: cosa l’ha colpita di più girando tra gli stand e i dibattiti qui a VeronaFiere?

Toccafondi Mi ha colpito, girando e visitando gli stand, ma anche visitando le scuole (e cerco di visitarne spesso), la creatività. Vista dal Ministero la scuola è un insieme di burocrazia; vista con gli occhi veri, stando con i ragazzi e con gli insegnanti, è un luogo assolutamente vivo, in cui non si sta fermi, anche perché è difficile stare fermi di fronte ai ragazzi, alle loro domande, alle loro passioni e ai loro ideali. Ho visto una scuola che è molto avanti. Anche il tema dell’alternanza: noi non ci siamo inventati niente, l’abbiamo messa a sistema, abbiamo trovato le risorse, l’abbiamo messa curriculare e stiamo cercando di aiutarla in tutti i modi, ma l’alternanza l’abbiamo vista in atto già nelle scuole, con quel poco di autonomia che le scuole hanno e avevano. Sono state le scuole, gli insegnanti e i dirigenti a curvare alcune materie e alcuni laboratori per far fare alternanza, cioè per far fare esperienza ai ragazzi. Dentro questi stand, si vive e si respira la stessa aria nuova.

 

 

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