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Una scommessa vincente

Da anni la Provincia Autonoma di Trento ha iniziato un progetto volto ad introdurre al suo interno il telelavoro nelle sue varie forme.  La fase sperimentale chiamata TelePAT (Telelavoro Provincia Autonoma di Trento) si è, dopo tre anni, conclusa.  Ora si è avviata la messa a regime del lavoro a distanza per i e le dipendenti attraverso la nuova misura organizzativa chiamata TelePAT 2.0, oggetto anche di un apposito accordo sottoscritto  in dicembre 2015 con le OOSS.

Le forme di telelavoro esistenti presso l’Amministrazione provinciale sono diverse, in quanto diverse sono le esigenze organizzative e personali: telelavoro domiciliare (con ADSL a carico del e della dipendente e nessun rimborso spese), telelavoro da tele centro (12 su tutto il territorio provinciale, utilizzando locali propri o in comodato gratuito), telelavoro mobile (riservato a dirigenti e direttori per 36 ore mensili, forma più flessibile per evidenti ragioni organizzative) e, ora, telelavoro agile. Quest’ultima forma, in via sperimentale, è riservata ai funzionari di categoria D e D evoluto e prevede la possibilità di lavorare per tre giorni al mese ( 21 ore mensili) in un luogo a scelta del e della dipendente purché rispondente a precise politiche in materia di sicurezza adottate dall’Amministrazione.

 

I numeri sempre maggiori di lavoratori da remoto, che si vede nella tabella di cui sopra, sono stati resi possibili grazie ai risultati positivi ottenuti con il progetto TelePAT.  Con modalità diverse, tutta la fase sperimentale è stata costantemente monitorata con, tra l’altro, questionari on line ai telelavoratori e ai loro responsabili, focus group con gli stessi e con i colleghi, analisi banche dati (assenze, straordinari, mensa…), validazione schede con obiettivi. 

Gli obiettivi, o assi, che l’Amministrazione provinciale si era prefissata di raggiungere con l’introduzione del telelavoro nelle sue varie forme sono i seguenti: 

  

Tutti questi obiettivi sono stati raggiunti e alcuni dei risultati verificati sono:

 

Naturalmente la fase sperimentale ha messo in luce anche alcuni punti di attenzione. I maggiori, riguardano da un lato il cambiamento organizzativo, con la difficoltà per i responsabili nel pensare di gestire le persone a distanza e per i dipendenti di pianificare, all’interno di obiettivi prefissati, il proprio spazio e tempo di lavoro; dall’altro la necessità di adeguarsi alla disciplina contrattuale e alla normativa in materia di sicurezza sul lavoro e di privacy.

Per superare il primo punto, la Provincia ha investito sulla formazione sia per i telelavoratori e le telelavoratrici sia per i e le loro responsabili; per il secondo ha analizzato con le figure competenti (Nucleo di prevenzione e sicurezza, INAIL, Referente per la privacy, Sindacato) ogni aspetto e ha adottato delle soluzioni rispettose delle regole e nel contempo snelle ed  efficienti. 

I risultati sono il nuovo accordo decentrato, che raccoglie tutta l’esperienza maturata per sistematizzare il telelavoro nell’Amministrazione provinciale e farlo diventare una modalità lavorativa condivisa e ordinaria gestita dai responsabili con ampi poteri, nonché l’adozione di uno specifico atto contenente le politiche in materia di sicurezza che l’Amministrazione chiede di seguire a tutti i telelavoratori e a tutte le telelavoratrici,  in particolare quelli e quelle mobili e agili.

Un ulteriore e importante passo per la condivisione e sviluppo di tale nuovo modo di lavorare, è stato pure l’inserimento del telelavoro nelle sue varie forme all’interno del Primo Piano strategico per la pianificazione e lo sviluppo del capitale umano della Provincia autonoma di Trento, approvato nel 2015 dalla Giunta provinciale. Tale collocazione lo pone al centro e in collegamento con numerose azioni legate da un filo comune: nel rispetto dei ruoli e delle competenze di tutti gli attori coinvolti, l’Amministrazione provinciale, infatti, si pone in maniera proattiva come datore di lavoro, con una propria via di sviluppo del capitale umano e dell’organizzazione, moderna, economica e funzionale all’ottenimento del benessere dei dipendenti e dei cittadini.

  

Alcune delle più importanti azioni del piano sono la rilevazione delle competenze di tutti i dipendenti ed il passaggio strutturato delle stesse per il personale prossimo alla pensione, il nuovo sistema di mobilità, la riforma e l’accrescimento del ruolo manageriale della dirigenza, la valorizzazione della formazione continua, il piano di comunicazione interna,  la valorizzazione del merito e naturalmente l’estensione del telelavoro e del lavoro agile.

 

Ad oggi circa il 14% dei lavoratori e delle lavoratrici con attività telelavorabile  sono coinvolti nel lavoro a distanza (domiciliare, da tele centro e agile) e oltre il 20% dei responsabili in quello mobile. Il lavoro per migliorare tale misura organizzativa in termini di qualità, risultati e soddisfazione naturalmente continua. Si può comunque già dire che la scommessa della Provincia Autonoma di Trento sul telelavoro è stata vinta!

 

 (*) Direttore Ufficio sviluppo risorse umane – Servizio per il personale Provincia diTrento

 

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