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Una storia concisa della medicina

2.000 a.C.: “Sei ammalato? Mangia questa radice”.

1.000 d.C.: “Sei ammalato? Quella radice è solo superstizione, recita una preghiera”.

1850 d.C.: “Sei ammalato? Quella preghiera è solo superstizione, bevi questa pozione”.

1940 d. C.: “Sei ammalato? Quella pozione è inefficace, prendi questa pillola”.

1985 d. C.: “Sei ammalato? Quella pillola è inefficace, prendi questo antibiotico”.

2019 d. C.: “Sei ammalato? Quell’antibiotico ti fa male, mangia questa radice”.

Ovviamente, si gioca ma come in ogni buon gioco vi è racchiusa anche un po’ di vita. 

Da un lato il ritorno alla “radice” può essere letto come bisogno di riscoperta della propria identità più profonda. Perfino il progresso scientifico rivaluta rimedi antichi, così come ogni forma di manifestazione umana. Vale per l’arte come per la filosofia. La tecnologia procede a passi da gigante e noi dobbiamo riscoprire le nostre origini per non perderci. 

D’altro lato il ritorno alla “radice” può essere letto come il prevalere di antiche forme di superstizione e d’incultura. Oggi l’indifferenza generalizzata e l’individualismo spinto stanno generando un movimento carsico fatto di ignoranza e diffidenza verso tutti e tutto, compreso il ruolo dell’esperto. L’ignoranza comincia a farla da padrona e tanto più il progresso tecnologico e scientifico si sviluppa tanto più vi è una parte della società che decide di rimanere indietro, come diceva Petrolini, un po’ per celia, un po’ per non morire. 

In questo contesto dobbiamo far valere le ragioni della razionalità e del rispetto per la persona. In questo senso i luoghi di lavoro sono rimasti tra i pochi ambiti di socializzazione concreta e di scambio produttivo tra esseri umani che devono capirsi e convivere per raggiungere un obiettivo comune. Sono un luogo produttivo non solo di valore economico e strumentale, ma anche di socialità e progresso. Il lavoro, lungi dal perdere importanza, assume un ruolo ancor più centrale nello sviluppo armonico della persona e della società di cui vuole essere protagonista.

* da HR on line n.16 anno 2019

** Manager d’impresa e psicologo del lavoro, attualmente sono Presidente di Eca Italia

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