Uno dei capisaldi della riforma della P.A. annunciata dal Governo, è la semplificazione. Sarebbe molto interessante se ciò riguardasse l’aspetto normativo ma anche quello regolamentare, dato che esso è stato spesso costruito più a tutela dell’operatore pubblico che degli utenti. E sarebbe ancora più significativo se prevalesse l’opzione per un utilizzo ancora più diffuso dell’autocertificazione, con adeguate ed esemplari penalizzazioni e sanzioni per coloro che dichiarassero il falso. Come intende agire il Governo, al riguardo?
Lo scopo che il Governo si è prefissato con la riforma della Pubblica amministrazione è di ribaltare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione perché è sconcertante che si perdano giornate intere a fare file. Il tempo del cittadino non è un’opzione ma un diritto da non sprecare con la troppa burocratizzazione attuale del paese. E’ necessario per questo ripensare tutti i procedimenti amministrativi in modo digitale: accedere a tutte le informazioni che ci riguardano con il nostro Pin e ricevere tutto al proprio domicilio telematico o fisico senza doversi recare in un ufficio. Questo è il punto su cui vogliamo investire di più dal punto di vista politico: la possibilità di accedere a tutte le informazioni che ci riguardano da un pc, con un nostro pin, e di potere ricevere tutto ciò che si può al domicilio telematico o di residenza. Prevediamo un Pin unico nel 2015. Per far sì che diventi la modalità con cui rovesciamo il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino dobbiamo aspettare i tempi tecnici, la fine della legislatura, la fine dei 1.000 giorni di cui ha parlato il Presidente Renzi.
Un altro scopo della riforma è quello di accrescere l’efficienza e l’efficacia dell’azione della P.A. . Il Governo punta ad un sistema puntuale di obiettivi sulla base dei quali misurare – anche sotto il profilo economico e di carriera – le capacità della dirigenza e la regolarità lavorativa dei dipendenti pubblici. Ma chi fissa e monitora questi obiettivi, nel tempo? La legislazione vigente già prevede che vengano fissati degli obiettivi annui, ma di prassi il controllato è anche il controllore, con tutti i limiti che ciò comporta. Ed, inoltre, non è il caso che i cittadini e le imprese fossero messi nelle condizioni non solo di avere un rapporto qualitativamente soddisfacente con la P.A., ma anche di sapere sempre entro quale periodo si conclude quel rapporto (sia esso un semplice documento, oppure una gara, ovvero il pagamento dei crediti delle aziende, ecc.) che, se non rispettato comporti precise sanzioni per gli inadempienti?
All’interno del Disegno di legge delega, che accompagna il decreto legge 90/14 attualmente in sede di conversione in legge alla Camera dei Deputati, vi è l’introduzione di ulteriori misure volte a garantire il raggiungimento di obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità al fine del raggiungimento di una maggior trasparenza e della precisa definizione delle responsabilità. Con la riforma della Pubblica Amministrazione si porrà dunque fine alle carriere legate ad automatismi. Oggi non c’e’ l’incentivo a fare immediatamente bene il proprio lavoro, soprattutto se fai male il tuo lavoro non torni indietro. Con la riforma si potrà salire e scendere in carriera secondo criteri di responsabilità e merito. Il dirigente pubblico diventa dirigente dello Stato, della Repubblica nel suo insieme, e dallo Stato sarà giudicato il suo operato, quindi dai cittadini.
Infine, dato che siamo uno dei Paesi con il più alto numero di stazioni appaltanti (si calcolano in circa 30000), con conseguente dispersione di criteri attuativi delle gare ma anche occasioni di irregolarità se non di illegalità, come pensa di intervenire il Governo per dare discontinuità a questo fenomeno?
Condividiamo l’obiettivo di una forte razionalizzazione delle stazioni appaltanti anche nell’ottica di un’ulteriore semplificazione delle procedure ma puntiamo soprattutto ad una maggiore trasparenza e legalità. Faremo tutto ciò che è possibile in merito.
(*) Sottosegretario di Stato Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione