Il Governo è alla ricerca di soldi per la manovra autunnale, e sta concentrando la sua attenzione sul concordato preventivo biennale il cui successo appare dubbio, e su cui risulta impegnato anche il Parlamento.
E’ francamente incredibile come la vicenda venga seguita con attenzione e condiscendenza, mentre in realtà essa rappresenta una delle pagine più scandalose della storia fiscale italiana degli ultimi decenni.
Vediamo: il provvedimento riguarda contribuenti evasori, quelli che secondo i dati ufficiali dichiarano in media solo il 30% di quanto in realtà guadagnano. A gran parte di questi contribuenti è inoltre riservato lo speciale regime forfettario che, fino ad 80 mila euro di fatturato consente di pagare solo il 15% in sostituzione di Iva, Irpef, Irap, sovraimposte regionale e comunali.
Per questi contribuenti, quindi, l’evasione di fatto è già stata resa legalmente legittima. Si tenga presente che il limite massimo di 80 mila euro corrisponde in realtà, tenendo presente l’evasione media (70%), a circa 270 mila euro.
A questi contribuenti e anche agli altri eventualmente esclusi dal forfait, viene ora riservata la possibilità di dichiarare non i guadagni veri, bensì quelli indicati dal Ministero secondo criteri in via di definizione che dovrebbero tener conto dei punteggi ISA (affidabilità fiscale), a loro volta ben lontani dalla realtà.
Come se tutto ciò non bastasse, in Parlamento ci si affanna a proporre ulteriori sgravi di aliquota per chi deciderà di aderire al concordato. Siamo in un mondo kafkiano di privilegio e favoritismo corporativo che non suscita lo scandalo che in un contesto di normale decenza dovrebbe essere condiviso.
Anche le voci dell’opposizione finora latitano. Tanto più che le alternative non mancano, come dimostra il consistente recupero di Iva evasa grazie alla fatturazione elettronica che indica una strada credibile per farla finita con evasione e privilegi in tempi ragionevoli.
Se e quando i lavoratori dipendenti si renderanno conto di quanto sta accadendo andremo incontro ad una rivolta fiscale. Prima o poi accadrà.