Il programma “Garanzia Giovani”, attivo a livello europeo e finalizzato all’introduzione nel mercato del lavoro dei giovani Neet tra i 18 ed i 29 anni, continua a catalizzare, nel bene e nel male, l’attenzione della stampa e dei principali operatori del mondo del lavoro.
Al 28 gennaio 2016,il numero degli utenti complessivamente registrati ha superato le 944 mila unità, di cui 595 mila, circa il 63%, sono stati presi in carico dai soggetti autorizzati (centri per l’impiego o enti privati accreditati), nel senso che i giovani hanno svolto almeno un colloquio di orientamento e hanno firmato un Patto di attivazione. Di questi, circa 269mila, pari al 44%, ha ricevuto una misura prevista dal piano. La più diffusa tra le misure utilizzate consiste nel tirocinio retribuito.
Figura 1: Incremento percentuale dei registrati, dei presi in carico e degli individui interessati da una misura e avanzamento percentuale rispetto al 31 dicembre 2015
Fonte: Ministero del Lavoro- 83° Report settimanale
A fronte della continua crescita delle adesioni al programma, che conferma l’interesse dei giovani a partecipare alle attività di politica attiva e di inserimento lavorativo, non mancano le critiche avanzate nei confronti del Ministero del Lavoro e degli organismi intermedi (Regioni, Province autonome e INPS), legate alla gestione delle attività. In particolare, i maggiori problemi derivano soprattutto dalle lungaggini dei tempi di pagamento delle prestazioni e degli incentivi legati al programma: in diverse regioni i pagamenti sono bloccati da mesi, imprigionati nel rimpallo di responsabilità tra ente regionale e Inps.Il Ministero del Lavoro riconosce le difficoltà, giustificandole con il fatto che, trattandosi di finanziamenti europei, i pagamenti sono legati ad una serie di controlli da effettuare obbligatoriamente, che comportano necessariamente una dilatazione dei tempi, per cui è sbagliato pensare che i pagamenti nel pubblico possano essere erogati con i tempi delle imprese. Ciò tuttavia comporta notevoli problemi ai giovani coinvolti e agli operatori privati intermediari, che spesso si tramutano in delusione e scoraggiamento.
La situazione e le problematiche riscontrate risultano molto differenziate da regione a regione, a comprova delle notevoli difformità territoriali che hanno comportato modalità di gestione assai diverse tra loro: c’è chi ha problemi sui sistemi informativi; chi nei controlli sulle pratiche; chi presenta anomalie di natura tecnica; chi ha problemi di dialogo con l’INPS e chi risulta carente a livello organizzativo e di personale interno. Esistono tuttavia anche realtà dove la cooperazione applicativa tra sistemi, come nelle Marche, sta funzionando ormai a regime, pertanto i pagamenti risultano mediamente regolari e le criticità limitate a carattere eccezionale.
Figura 2: Numero adesioni e giovani presi in carico dai servizi accreditati competenti, per Regione scelta (valori assoluti)
Fonte: Ministero del Lavoro- 83° Report settimanale
Di fronte ad un panorama tanto variegato e spesso complicato, il programma Garanzia Giovani sta subendo alcune importanti trasformazioni che riguardano una rimodulazione degli incentivi e delle modalità di erogazione delle misure attivate. Tra queste vanno evidenziate le modifiche messe in campo per l’autoimpiego, per i tirocini e per gli incentivi alle aziende che assumono.
I bonus per le assunzioni dal 1° marzo al 31 dicembre 2016 sono infatti raddoppiati, ma solo se i soggetti inseriti risultano aver svolto precedentemente un tirocinio presso la stessa azienda nell’ambito del programma Garanzia Giovani. Il raddoppio dei benefici è finalizzato dunque a trasformare i tirocini effettuati nella prima fase del programma in veri e propri posti di lavoro, incentivando così l’ingresso di coloro che hanno svolto un’esperienza formativa in azienda.
Se da un lato aumentano gli incentivi legati alla creazione di nuovi posti di lavoro, dall’altro diminuiscono le risorse dedicate alle misure di orientamento, come i tirocini, la cui indennità mensile erogata dai fondi pubblici è ridotta, nel 2016, da 600 a 300 euro mensili, mentre la rimanente quota (i restanti 300 euro al mese), dovrà essere versata dal soggetto ospitante. La riduzione è finalizzata all’incremento dell’incisività delle proposte rivolte ai giovani, rendendo meno convenienti le operazioni a basso valore aggiunto, visto che in questa maniera il tirocinio risulterà finanziato solo per metà da contributi pubblici, mentre il resto lo dovrà pagare direttamente l’azienda.
Infine, nel 2016 partirà anche il nuovo finanziamento agevolato “Selfiemployment”, rivolto ai giovani che vogliono mettersi in proprio in qualità di lavoratori autonomi, imprese individuali o società: i progetti più meritevoli saranno finanziati con un massimo di 50.000 euro a tasso zero, da restituire in 7 anni senza garanzie. L’obiettivo che si vuole perseguire non si limita solo alla creazione di nuovi posti di lavoro dei proponenti tramite autoimpiego, ma anche all’ulteriore personale di cui essi avranno bisogno nella gestione dell’attività, consentendo quindi un effetto moltiplicato (a lungo periodo), rispetto ai semplici bonus per l’assunzione.