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La flessibilita’ e la semplificazione dell’ispezione del lavoro

Coniugare la flessibilità con le tutele lavoristiche in un quadro regolatorio mutevole è stato il tema, che ha impegnato autorevoli relatori del Convegno annuale del Ministero del Lavoro, con approfondimenti e provocazioni, espressione delle attuali difficoltà socio-economiche.

Il  dibattuto sistema di una  vigilanza da rinnovare  ha costituito ancora una volta il tema dell’apposito Convegno, chiamando a raccolta i responsabili di tutte le sue strutture territoriali, provinciali e regionali, nonchè esperti della materia, addetti ai lavori e  Parti sociali.

Siamo alla VI edizione, che si segnala per l’attualità del tema, che coglie le esigenze indotte dai cambiamenti del contesto e dal perdurare delle peculiari  condizioni di crisi, tanto da registrare, l’interesse,  la partecipazione dei massimi referenti istituzionali: il Ministro del lavoro prof. Enrico Giovannini, il Sottosegretario prof. Carlo dell’Aringa, il Capo di Gabinetto prof. Francesco Tomasone, oltre al Capo Dipartimento dott. Paolo Pennesi, promotore e organizzatore dell’iniziativa.

L’appuntamento, per il respiro riformatorio registrato nelle scelte delle tematiche da trattare, sembra porsi ontologicamente in continuazione all’analogo dibattito, che ha animato il Convegno del giorno precedente,indetto dall’Associazione Nuovi Lavori su”Giovani, occupazione e Servizi per l’impiego”, tentando di completare il quadro delle tutele in senso lato.

Funzionale all’approfondimento dottrinale del tema è stato il coinvolgimento di due docenti universitari: il prof. Arturo Maresca e il prof. Riccardo Del Punta; opportuno anche il contributo dei rappresentanti delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro.

Andando al focus del Convegno su “Lavoro regolare e lavoro sicuro: tra esigenze di flessibilità e tutela dei lavoratori. Il ruolo del personale ispettivo”, è da notare come questa volta si è inteso perseguire una finalità innovativa, rispetto al passato, mettendo opportunamente al centro del dibattito la costruzione di un modello ispettivo, che, partendo dalla diffusa flessibilità, non comprometta le tutele lavoristiche.

Ruolo ispettivo difficile in tale contesto – ha sostenuto in premessa lo stesso Capo di Gabinetto – a fronte anche dell’esigenza preliminare di dipanare la complessità normativa. Di qui, la necessità della semplificazione delle regole, per puntare sui profili sostanziali e sull’agibilità degli stessi strumenti legislativi, anche attraverso testi unici conoscitivi e una regolamentazione circoscritta al core busines delle tutele.

Regole al riguardo, a legislazione vigente, sono state dettate – è il caso di osservare – dalla direttiva Sacconi del 18/09/2008, incentrata, oltre che sull’adeguamento delle modalità ispettive, sull’efficacia dell’azione di vigilanza, misurata soprattutto dal grado di eliminazione del lavoro sommerso.

Volendo cogliere i passaggi più significativi, in funzione degli obiettivi e delle finalità del Convegno, assumono valenza significativa interventi del prof. Arturo Maresca, del Sottosegretario Carlo dell’Aringa e naturalmente le conclusioni del Ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

Importante in premessa il richiamo da parte del prof. Maresca, perchè  il lavoro avvenga sempre nel rispetto delle regole, senza attenuazioni di sorta dovute al momento di crisi.

E’ stato notato, a seguire, come le modifiche e gli adattamenti, a fronte di una complessità difficile da amministrare, siano imposti dal cambiamento radicale del sistema produttivo e socio-economico. Rilevante anche la considerazione, secondo la quale il quadro regolatorio non può non essere plurale per  un insieme di ragioni legate alla normazione secondaria, a quella negoziale anche delegata, alla legislazione regionale e, non ultima, alle direttive comunitarie. Sullo sfondo sono da tenere presente naturalmente anche i principi di carattere costituzionale. E’ singolare altresì come l’evoluzione della produzione normativa, sempre in funzione delle tutele lavoristiche, ha finito per comportare cambiamenti anche nella gerarchia delle fonti. Il riferimento è, in particolare, ai contratti di prossimità (art. 8 D.L. n. 138/2011, legge n. 148/2011 ) che, a determinate condizioni, sono in grado di derogare anche ai principi legislativi.

L’ excursus  sulla flessibilità ha toccato passaggi interessanti, come quello  di aver creato un sistema duale: soggetti (quasi tutti giovani), che mirano all’accesso al lavoro e i lavoratori già tutelati. E’ stato sottolineato come la legge Fornero abbia tentato l’inversione di tendenza, mediante la flessibilità funzionale (orari, retribuzioni, mansioni) e quella in uscita. La giurisprudenza sembra aver colto a metà, secondo le considerazioni del relatore, lo spirito della Riforma.

Di spessore le considerazioni del prof. Carlo dell’Aringa, incentrate sulla cultura della legalità e sulle difficoltà del ruolo ispettivo, nell’attuale contesto, ove il controllo non può non essere quanto mai costruttivo, dovendo connotarsi socialmente. Lo richiede il momento di crisi, che contiene il rischio di disperdere un’intera generazione, al pari degli strumenti produttivi, con la caduta definitiva della produttività.

Nelle conclusioni, il Ministro, sottolineando il carattere complesso e divisivo del tema, trattato sotto vari profili e da posizioni diversificate, ha messo in luce,  in particolare, le esigenze irrinunciabili delle tutele in materia infortunistica.

Ha tenuto a richiamare come lo sforzo ispettivo, teso a coniugare la produttività con le tutele lavoristiche, al fine di proteggere il capitale umano e assicurare uno stato di benessere, debba costituire l’obiettivo massimo dell’azione istituzionale.

Quanto al processo di semplificazione, esso deve toccare profili formali e sostanziali, mediante lo scioglimento dei nodi, che si frappongono all’attuazione normativa. In tema di sicurezza sul lavoro va valorizzata  l’opera della Commissione consultiva permanente.

Efficaci, sempre ai fini dell’effettività delle tutele, possono rivelarsi le agevolazioni in tema di premi assicurativi, misura che deve accompagnare quella propria del cuneo fiscale, interventi entrambi a favore delle due parti del rapporto.

Restando nella stessa materia, il Ministro ha tenuto a richiamare l’attenzione sulla rilevanza del cofinanziameno INAIL, mirato a sostenere gli investimenti sulla sicurezza. Rilevante anche l’ introdotto incremento delle sanzioni per le violazioni in materia di salute e sicurezza, con devoluzione al sostegno dell’attività ispettiva.

Infine, raccogliendo le provocazioni del Convegno, provenienti anche dalla tavola rotonda tra i rappresentanti delle OO.SS., tre le considerazioni formulate dal Ministro:

– la flessibilità  varia da impresa a impresa: la molteplicità dei casi richiede, quindi, una negoziazione tra le Parti sociali;

– attenzione alle garanzie per i giovani: 100.000 “start up” giovanili nel 2013 comportano   interventi di tipo formativo e culturale di accompagnamento. Nel frattempo, opportuna la eliminazione sul piano normativo del limite di 35 anni per le partenze;

– fare sinergia tra i vari Enti preposti alla vigilanza, non solo per evitare sovrapposizioni degli interventi, ma per assicurare agli stessi efficacia ed efficienza. Le banche dati devono costituire strumento abituale di consultazione e scambio tra i soggetti interessati per una azione di intelligence, mentre occorre porre in campo ogni sforzo per migliorare le condizioni ispettive.

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