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Povertà assoluta al massimo. Politiche di contrasto al minimo

Aumenta la povertà assoluta nel 2022. Nel 2021 era stabile.

I dati del Report sulla povertà, pubblicati dall’ISTAT in ottobre 2023 sono relativi al 2022 e attestanol’aumento della povertà assoluta per numero di famiglie e individui rispetto all’anno precedente. 

Ammonta infatti a 2.187 mila il numero delle famiglie in povertà assoluta(2.022 del 2021), con un’incidenza percentualesul totale delle famiglieche sale all’8,3%(7,7%nell’anno precedente). La povertà assoluta delle famiglie è presente in maniera maggioritaria nel Nord, anche se ripartita tra Nord Ovest (531 mila)  e  Nord Est ( 408 mila). Nel Sud il numero di famiglie è di 630 mila più 276 mila nelle Isole.

Tra le famiglie povere, il 41,4% risiede nel Mezzogiorno comprese le Isole (41,7% nel 2021) e il 42,9% al Nord (42,6% nel 2021) il 15,6% nel Centro.

Il numero delle persone povere passaa 5.674 mila nel 2022 da 5.317 mila del 2021. 

L’incidenza in questo caso a livello nazionale è del 9,7% (9,1% nel 2021). 

In una lettura complessiva del fenomeno, per l’ISTAT, il peggioramento della situazione è da addebitare principalmente all’incremento dell’inflazione registrato nel 2022. L’incremento dei prezzi al consumo (più 8,7%) ha avuto un significativo effetto soprattutto sulle famiglie meno abbienti.  Sempre l’ISTAT indica che i bonus sociali per l’energia ed il gas hanno contribuito a contenere la crescita della povertà riducendone l’incidenza di sette decimi di punto. Nei confronti dell’andamento dell’inflazione, la situazione di povertà è facile prevedere che aumenti nei prossimi anni.

La distribuzione territoriale delle famiglie povere 

La povertà assoluta delle famiglie è presente in maniera maggioritaria nel Nord, anche se ripartita tra Nord Ovest (531 mila) e Nord Est (408 mila). Nel Sud il numero di famiglie è di 630 mila.

Tra le famiglie povere, il 41,4% risiede nel Mezzogiorno (41,7% nel 2021) e il 42,9% al Nord (42,6% nel 2021).

Diversa è l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta che, in aumento complessivamente tranne che per il Centro, a fronte di una media nazionale di 8,3%, è più alta nel Sud (11,2%), seguito dalle Isole (9,8%), anche se percentuali significative si riscontrano nel Nord Ovest (7,2%) e Nord Est (7,9%).

Anche l’incidenzadelle persone in povertà assoluta è in aumento a livello nazionale tranne che nel Centro. La povertà assoluta quindi, pur in contesti socio produttivi istituzionali variabili, è largamente diffusa in Italia.

L’Istat analizza un altro indicatore, l’intensità della povertà, che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”).

 L’indicatore mostrauna leggera riduzione a livello nazionale (18,2%, dal 18,9% del 2021), con andamentidiversiall’internodelle ripartizioni geografiche: sostanzialmente stabile al Nord, inriduzione nel Centro (17,1%, dal 18,2% del 2021),enel Mezzogiorno (19,3%,dal 20,7%del2021).

L’intensità della povertà aumenta nel 2022 in quasi tutti i comuni. Solo al Sud si registra un miglioramento nei comunidell’area metropolitana.

La povertà assoluta continua a riguardare i minori

La povertà assoluta interessa nel 2022 circa 1 milione 269 mila minori con variazioni, per ripartizioni geografica, dall’11,5% del Centro al 15,9% del Mezzogiorno. Si colgono segnali di peggioramento per i bambini da 4 a 6 anni del Centro (l’incidenza arriva al 14,2% dal 9,3%) e per quelli dai 7 ai 13 anni del Mezzogiorno pur dentro il quadro stabile a livello nazionale.

L’incidenza di povertà assoluta individuale fra i minori(poco meno di 1,27 milioni di persone) si attesta a livello nazionale al 13,4% (, dal 12,6% del 2021); è al 12,0% fra i giovani di 18-34 anni (pari a 1 milione 157mila individui), in crescita rispetto al 2021 (quando era 11,1%). Stesso andamento per gli over65 (6,3%, circa 881mila persone, rispetto al 5,5%).

I minori sono presenti in 720 mila famiglie in povertà assoluta. 

L’incidenza della povertà risulta più elevata tra le famiglie con un maggiore numero di componenti e presenta segnali di disagio e di peggioramento più marcato per le famiglie con tre o più figli.

E altre condizioni verso la povertà assoluta

L’intensità della povertà delle famiglie è significativa per le famiglie monogenitoriali, per famiglie di nuclei conviventi e varia a seconda dellaformazione, dellacondizione lavorativa /professionale e della cittadinanza.

A riguardo è da sottolineare come l’istruzione/formazione si configura come fattore, anche se non assoluto, di protezione dalla povertà assoluta: l’incidenza di questa infatti diminuisce col crescere del titolo di studio della persona di riferimento della famiglia.

Altra conferma è che il lavoro in sé non è condizione sufficiente per la fuoriuscita dalla povertà assoluta: l’incidenza della povertà presenta valori elevati per famiglie con operai e professioni indipendenti, anche se i livelli più alti si riscontrano per riferimenti familiari in cerca di occupazione.

Elevata ed in crescita l’incidenza di povertà assoluta familiare per le famiglie con stranieri nei confronti delle famiglie italiane, con percentualemaggiore nelMezzogiorno, in crescita nel 2022. Crescita che comunque riguarda anche il Centro.

Povertà e titolo di godimento abitativo

Il titolo di godimento abitativo condiziona l’incidenza di povertà assoluta tra famiglie. Sono oltre 983mila famiglie povere in affitto (il 45% di tutte le famiglie povere; il 21% l’incidenza sulle famiglie in povertà assoluta in affitto in confronto di famiglie in abitazione di proprietà).

La presenza di minori in famiglia è significativo nell’incidenza della povertà.

La composizione per cittadinanza vede una forte presenza di stranieri. I valori sono tutti in aumento rispetto all’anno precedente. 

La povertà relativa

Le condizioni di povertà relativa rimangono nel 2022stabili per le famiglie e per le persone.  

Sono oltre 2,8 milioni di famiglie (10,9%, stabile rispetto al 2021), per un totale di 8,6 milioni di individui (14,8%, stabile rispetto all’anno precedente).

 L’incidenza della povertàrelativadelle famiglie decresce solo nel Sud( al 21,8% dal 23,3%).

 L’incidenza a livello individuale segue andamenti diversi per ripartizioni geografiche: una crescita significativa al Nord-ovest (9,8%, dall’8,7% del 2021), diminuzione nelMezzogiorno (25,3%, dal 26,3% nel 2021) dove comunque rimane superiore alla media nazionale. 

Osservazioni

 Le famiglie e gli individui in povertà assoluta hanno raggiunto le quantità più elevate dal 2017. Il riferimento all’incremento dell’inflazione non esaurisce tutte le variabili intervenute. Viene citata dall’ISTAT l’apporto di alleggerimento nella povertà dei bonus e viene trascurato il ridimensionamento delle politiche strutturali e universalistiche di intervento in contrasto alla povertà, quali reddito di cittadinanza, che, con tutti i limiti, in precedenza la stessa ISTAT aveva indicato come capace di ridurre il fenomeno della povertà.

Con gli scenari di inflazione del futuro prossimo non c’è da attendersi un miglioramento sul fronte del rientro dagli attuali livelli di povertà. Considerando anche gli effetti combinati delle modifiche che sono intervenute soprattutto nell’inclusione sociale e nel sostegno all’inserimento e formazione.

Né sono da attendersi sostegni pubblici efficaci visto idocumenti programmatici del governo che allo stato, circolano e il quadro internazionalecaratterizzato dal il proseguire della guerra in Ucraina e dall’apertura recente del conflitto sul fronte mediorientale.

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