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Premi e formazione per meno sprechi alimentari e farmaceutici

L’approvazione definitiva del provvedimento “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” è del 2 agosto 2016.  Risultato di unificazione di vari testi di legge e di un’ampia maggioranza parlamentare (1).

Si tratta di una disciplina organica in quanto si occupa di varie eccedenze (alimentari, farmaceutiche, abbigliamento), nelle varie fasi del processo produttivo, in una logica di contrasto alla povertà alimentare, alla tutela dell’ambiente, alla riduzione e al riutilizzo dei rifiuti, di attivazione coordinata delle varie governance interessate (sono interessati almeno 4 ministeri, agricoltura, ambiente, salute, lavoro) e del privato non lucrativo.

Mette in campo misure di facilitazione delle donazioni delle eccedenze, trasferimenti economici finalizzati, agevolazioni fiscali sia per i donatori (le imprese) sia per i soggetti sociali intermediari. In una logica tendenzialmente premiale piuttosto che punitiva (facendo riferimento alla regolamentazione francese (2)).

Le motivazioni della normativa partono dalle sollecitazioni europee e migliorano le disposizioni italiane precedenti (la cosiddetta legge del Buon Samaritano) a fronte della quantità enorme di sprechi dei generi alimentari e dell’estesa condizione di povertà esistente in Europa e più specificatamente in Italia. Dove sono diverse le pratiche in atto di contrasto alla povertà alimentare e non, con grandi sforzi di costruire reti diffuse a fronte di barriere normative e articolazioni istituzionali non facilitanti (3).

 

I contenuti del provvedimento

Il provvedimento tende a ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici o di altri prodotti. Viene  quindi proposto di: favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari, prima di tutto ai fini dell’utilizzo umano; facilitare il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale; contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle risorse naturali mediante la limitazione della produzione di rifiuti, la promozione del riuso e del riciclo; contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo programma; contribuire ad attività di ricerca, all’informazione e alla sensibilizzazione dei cittadini, con particolare riferimento ai giovani (4).

 

Vengono esplicitate alcune definizioni

Gli operatori del settore alimentare e di soggetti donatari sono il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza fini di lucro, di finalità civiche e solidaristiche, che promuovono e realizzano attività di interesse generale (5).

Per eccedenze alimentari si intendono prodotti alimentari che, mantenendo i requisiti di igiene e sicurezza, rimangono invenduti o prodotti non idonei alla commercializzazione. 

La donazione viene qualificata come cessione di beni a titolo gratuito.

Per spreco alimentare si intendono i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari, ancora commestibili, scartati per ragioni commerciali o estetiche o perché in prossimità della data di scadenza (che va intesa come la data fino alla quale un prodotto alimentare, in adeguate condizioni, conserva le sue proprietà specifiche)(6).

 

Sono fissate le modalità di cessione delle eccedenze alimentari: diretta o intermediata, a titolo gratuito, prioritariamente per il consumo umano e in specifico per le persone indigenti. 

È inoltre consentita la cessione a titolo gratuito delle eccedenze di prodotti agricoli di campo o di allevamento idonei al consumo umano ed animale.(7)

 

La cessione delle eccedenze è consentita – garantite integrità dell’imballaggio e condizioni –  anche oltre il temine di conservazione; inoltre le eccedenze possono essere ulteriormente trasformate in prodotti destinati all’alimentazione umana o al sostegno vitale di animali. Semplificazioni sono previste per i prodotti della panificazione e per i derivati dagli impasti di farina prodotti negli impianti di panificazione (8).

 

Sono fissati i requisiti per la conservazione delle eccedenze alimentari in cessione gratuita: corrette prassi operative per garantire la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti (9).

 

In caso di confisca di prodotti alimentari idonei al consumo umano o animale, può essere disposta la cessione gratuita a enti pubblici o privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche e solidaristiche (10)

 

Viene integrato nella composizione (11) e nei compiti il tavolo permanente di coordinamento, a cui viene attribuito il compito di promuovere iniziative, indirizzi e strumenti per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, con funzioni consultive, propositive, di monitoraggio e di formulazione di progetti e studi finalizzati alla limitazione degli sprechi ed alla distribuzione delle eccedenze.

Le attività del Tavolo sono rese pubbliche nel sito internet del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e costituiscono oggetto di una relazione annuale alle Camere; La partecipazione al tavolo è gratuita (12) .

 

Particolare attenzione è dedicata all’informazione.

La RAI è impegnata ad assicurare un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all’informazione e alla sensibilizzazione su comportamenti e misure idonei a ridurre gli sprechi alimentari, energetici o di altro genere.

Sono previste campagne nazionali di comunicazione per la promozione di modelli di consumo e di acquisto ispirati a criteri di solidarietà, di sostenibilità ambientale, di riduzione degli sprechi(13)

 

Il Ministero della salute dovrà emanare, entro 90 giorni – previa intesa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni-Province autonome-città ed autonomie locali, – linee di indirizzo per gli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti (14) .

 

Vienerifinanziato con 2 milioni di euro per il 2016 il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.(15)

Istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un Fondo destinato al finanziamento di progetti innovativi.

Tali progetti – che possono prevedere il coinvolgimento di volontari del Servizio civile nazionale – sono finalizzati: alla limitazione degli sprechi, all’impiego delle eccedenze, alla promozione della produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. 

Le modalità di utilizzo del Fondo sono definite con decreto ministeriale.

Sono previsti 3 milioni di euro per l’anno 2016, 1 milione di euro per gli anni 2017 e 2018 (16).

La promozione di interventi destinati alla riduzione dei rifiuti alimentari va ad ampliare le finalità del Fondo per la promozione di interventi di riduzione, prevenzione della produzione di rifiuti, per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio (17).

In relazione alle nuove finalità ne viene incrementata la dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 (18).

 

Previsioni particolari per gli articoli ed accessori di abbigliamento.

Ne viene affermata l’equiparazione alle cessioni a titolo gratuito purché conferiti dai privati direttamente presso le sedi operative dei soggetti donatari; qualora non destinati a donazione o non siano ritenuti idonei ad un successivo utilizzo sono gestiti in quanto rifiuti.

Per contribuire alla sostenibilità economica delle attività di recupero degli indumenti e degli accessori di abbigliamento si mantiene il vincolo della selezione e si alleggerisce il trattamento di igienizzazione (19).

 

Modificata la disciplina relativa alla donazione dei farmaci inutilizzati (20).

Un decreto del Ministro della salute, da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore, definirà:

  • le modalità per  la donazione di medicinali inutilizzati ad organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) e l’impiego in confezioni integre, correttamente conservate; 
  • i requisiti dei locali e delle attrezzature idonei a garantire la corretta conservazione dei medicinali.

Sono previste varie agevolazioni tributarie e finanziarie collegate a modalità e requisiti di comunicazioni telematiche agli uffici dell’amministrazione finanziaria. 

Le modalità di invio della comunicazione è regolata dall’Agenzia delle entrate.

Viene stabilita la totale deducibilità dal reddito dei costi di produzione o di acquisto delle derrate alimentari, dei prodotti farmaceutici e dei tutti i beni di lusso che in alternativa sarebbero stati eliminati dal circuito commerciale (21)

 

I comuni possono applicare un coefficiente di riduzione della tariffa sui rifiuti alle utenze non domestiche (TARI) relative ad attività produttive che producono e distribuiscono beni alimentari se la cessione è a titolo gratuito nei confronti degli indigenti e delle persone in condizioni di bisogno o per l’alimentazione animale (22).

 

Osservazioni.

Nell’ambito della delimitazione delle finalità, va positivamente sottolineata la logica di una disciplina organica di contrasto agli sprechi finalizzata ad attività sociale nei confronti di indigenti.

La disciplina ha caratteristiche multiscopo ed interessa vari ambiti: produttivo, ambientale, sociale, igienico sanitario.  L’attenzione alla tutela dell’ambiente si concretizza con l’obiettivo specifico del riciclo e riutilizzo dei prodotti e merci in una positiva scala di priorità: dagli umani agli animali, all’uso agricolo col compostaggio. Residuale – comunque disposto – è il rientro nel circuito dei rifiuti.

 Qualifica e tende a concretizzare il “multiscopo” la predisposizione di una governance multidimensionale e multilivello perché coinvolgente, con il Tavolo di Coordinamento, dicasteri e livelli istituzionali diversi. E i soggetti privati. Le disposizioni precedenti avevano un carattere di settorialità/parzialità e ciò ha configurato una barriera alla concreta operatività degli stessi soggetti privati interessati (imprese e enti privati intermedianti).

Le potenzialità dell’attivazione nei confronti degli sprechi e del loro riutilizzo positivo risulta aumentata con il previsto allargamento dei soggetti che possono intervenire nell’intermediazione.

Punti di forza sottolineati e apprezzati da più parti sono: la complessiva logica premiale e non punitiva, la semplificazione e la fiscalità nei confronti delle aziende e dei soggetti intermediari, la garanzia nella sicurezza alimentare, nell’uso dei farmaci e dell’abbigliamento.

Capitolo da sottolineare è lo sforzo in campo formativo/informativo con le campagne centrali, settoriali e territoriali per rendere consapevoli i cittadini sui vantaggi complessivi del contrasto allo spreco, sia in termini di finalità sociali, sia in termini di salvaguardia ambientale e di risparmio economico. Ricadute positive potranno prodursi con la relazione periodica prevista.

Un rilievo. Concentrandosi sul triangolo istituzioni/ imprese / enti di intermediazione sociale la disciplina lascia aperta la necessità di integrazione con le altre politiche sociali di contrasto alla povertà, nazionali (quali il Sostegno all’Inclusione Attiva e la carta acquisti di prima generazione) e territoriali. La specificazione sprechi – povertà alimentare dovrà essere integrata nell’ambito della programmazione e della gestione delle reti territoriali pubblico privato al fine di evitare doppi canali e sovrapposizione o carenza di interventi nei confronti dei destinatari finali.

 

note

1- Al Senato è stato approvato con 181 sì, 2 no e 16 astenuti. Nell’illustrazione dei contenuti facciamo riferimento  al  testo non ancora pubblicato (vedi  http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLMESS/986459/index.html ) e al dossier di documentazione n.308 dell’Ufficio Studi del Senato (vedi http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/969310/index.html)

 

2- La norma francese si rivolge ai supermercati di almeno 400 metri quadrati (quindi, di grandi dimensioni) e li obbliga a girare alle organizzazioni caritatevoli il cibo prossimo alla data entro la quale è “preferibile” consumarlo, oppure a trasformarlo in mangime per gli animali o ancora in compost. Per far sì che ciò accada davvero, si prevede un obbligo di accordo con le organizzazioni e la mancata definizione di questi protocolli può costare fino a 75mila euro di multa o due anni di reclusione.

3- Riportiamo quasi integralmente quanto contenuto nella presentazione della legge.

A livello europeo, la cessione di alimenti a qualsiasi titolo è disciplinata dai Regolamenti CE sulla sicurezza alimentare (Reg. CE 178/00, Reg. CE852/04 Reg.853/04) che contengono le norme generali e specifiche inerenti le strutture, le attrezzature e la gestione delle fasi di produzione, di trasformazione e di distribuzione dei prodotti alimentari. Risulta invece ancora assente una normativa specifica sulla cessione del cibo a titolo gratuito e sulle politiche di riduzione dello spreco. D’altra parte, il Parlamento Europeo, con la Risoluzione del 19 gennaio 2012 su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UEha richiesto un’azione collettiva immediata per  dimezzare, entro il 2025, lo spreco alimentare, prevenendo al contempo la produzione di rifiuti alimentari. In seguito, l’UE e gli Stati membri si sono impegnati a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), adottati nel settembre del 2015;  fra questi l’obiettivo di dimezzare, entro il 2030, i rifiuti alimentari a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori, e di ridurre le perdite alimentari nelle catene della produzione e dell’approvvigionamento di generi alimentari. Le più recenti stime dei livelli di rifiuti alimentari europei (Fusions 2016) rivelano che il 70% dei rifiuti alimentari UE si pone nei settori delle famiglie, nei servizi di ristorazione e di vendita al dettaglio, con i settori di produzione e trasformazione che contribuiscono per il restante 30%. Al fine di sostenere il raggiungimento della SDG 12.3 in materia di rifiuti alimentari e di massimizzare il contributo di tutti gli attori, la comunicazione sulla Economia circolare invita la Commissione a istituire una piattaforma dedicata alla prevenzione dei rifiuti alimentari. La Piattaforma UE sulle perdite alimentari e rifiuti alimentari (FLW) mira a sostenere tutti gli attori con: definizione delle misure necessarie per prevenire la formazione di rifiuti alimentari; condivisione delle migliori pratiche e valutazione dei progressi compiuti nel corso del tempo.

In Italia, la legge 155/2003 (cd. Legge del Buon Samaritano) ha  equiparato al consumatore finale, in riferimento alla responsabilità derivante da norme di sicurezza alimentare (food safety), le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Ong) che effettuano, a fini di beneficenza, distribuzione gratuita di prodotti alimentari agli indigenti. Rientrano nel campo di applicazione della legge 155/2003  le Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus) che prevedono espressamente nei loro statuti o atti costitutivi la “beneficenza”, così come stabilito dall’art.10 del D.Lgs n. 460/1997. L’equiparazione al consumatore finale non comprende le fasi della filiera alimentare di produzione e/o trasformazione ed è limitata a quelle di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti. In tal modo, i soggetti donatori sono stati sollevati  dal cosiddetto principio della “responsabilità di percorso”, in base al quale era necessario fornire garanzie per il cibo donato (sul corretto stato di conservazione, il trasporto, il deposito e l’utilizzo degli alimenti), anche dopo la consegna alle organizzazioni. 

Successivamente, la legge di stabilità 2014 (art.1, commi 236-237, legge n. 147/2013)  ha operato una distinzione, all’interno dei donatori, fra gli operatore del settore alimentare (OSA), inclusi quelli della ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, e le Onlus che effettuano, ai fini di beneficenza, distribuzione gratuita agli indigenti di prodotti alimentari ceduti dagli OSA, prevedendo che le Onlus che forniscono alimenti agli indigenti e gli OSA che donano gli alimenti alle Onlus devono garantire un corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo, ciascuno per la parte che gli compete. Tale obiettivo, secondo quanto previsto dalla stabilità 2014, è raggiunto anche attraverso specifici manuali di corretta prassi operativa, validati dal Ministero della salute, predisposti in conformità a quanto previsto dal Regolamento CE 882/2004.

D’altra parte, il recupero dei prodotti alimentari invenduti a fini di solidarietà sociale è tra le misure specifiche previste dal Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (PNPR)  per la riduzione dei rifiuti biodegradabili. Il 5 giugno 2014 il Ministero dell’Ambiente ha presentato il PINPAS, il Piano nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare che prevede dieci misure per combattere lo spreco: dalle vendite con ribasso del cibo prossimo a scadenza alla donazione dei prodotti invenduti, dagli accordi volontari con le imprese della ristorazione/distribuzione, al’introduzione di criteri premianti negli appalti pubblici dei servizi di ristorazione collettiva per chi distribuisce gratuitamente le eccedenze. PINPAS è stato predisposto con la collaborazione dell’Osservatorio sullo spreco domestico Waste Watcher, promosso da Last Minute Market, società spin off dell’Università di Bologna, che da oltre 15 anni si occupa di prevenzione e ricerche inerenti lo spreco alimentare degli attori pubblici e privati. L’Osservatorio è realizzato in collaborazione con SWG, società di ricerche di mercato, e il Dipartimento Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna. Secondo il Rapporto 2013 sullo spreco domestico di Waste Watcher,  ogni famiglia italiana butta in media circa 200 grammi di cibo la settimana: il risparmio complessivo possibile ammonterebbe dunque a circa 8,7 miliardi di euro. Secondo i monitoraggi di Last Minute Market, inoltre, in un anno si potrebbero recuperare in Italia 1,2 milioni di tonnellate di derrate che rimangono sui campi, oltre 2 milioni di tonnellate di cibo dall’industria agroalimentare e più di 300mila tonnellate dalla distribuzione. In occasione della seconda Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, il 5 febbraio 2015, la segreteria tecnico-scientifica del PINPAS ha messo a punto il documento La donazione degli alimenti invenduti. Verso la semplificazione normativadove viene sottolineata la mancanza di un quadro regolamentare chiaro ed omogeneo in materia igienico-sanitaria, l’assenza di procedure standardizzate, l’appesantimento burocratico derivante dagli adempimenti di natura fiscale, la generale assenza di incentivi per i soggetti donatori volti a compensare i maggiori oneri derivanti dalla gestione degli invenduti e la ristrettezza della platea dei possibili beneficiari. Molte delle proposte contenute nel documento sono state riprese dalla proposta di legge in esame.

Il 16 giugno 2015 è stato presentato il progetto Foodsaving: innovazione sociale per il recupero delle eccedenze alimentari, finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia e condotto da CERGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi) a cui partecipano l’Università Cattolica ALTIS, il Politecnico di Milano, il Banco Alimentare e tre PMI italiane. Il progetto Foodsaving si occupa di studiare le numerose iniziative messe in atto in Italia e in Europa da attori profit e non profit per il riutilizzo a fini sociali delle eccedenze alimentari . Le regioni indagate nel contesto del progetto Foodsaving, appartenenti al World Regions Forum, sono: Lombardia (Italia), Catalunya e Madrid (Spagna), Baden Württemberg (Germania), Rhone-Alpes (Francia)”.

 

4- Art. 1. Finalità

5- Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), sono le associazioni, i comitati, le fondazioni, le società cooperative e gli altri enti di carattere privato, con o senza personalità giuridica, che, a fini di solidarietà sociale, svolgono attività in uno o più dei settori di seguito indicati:

1) assistenza sociale e socio-sanitaria;

2) assistenza sanitaria;

3) beneficenza;

4) istruzione;

5) formazione;

6) sport dilettantistico;

7) tutela, promozione e valorizzazione delle cose d’interesse artistico e storico comprese le biblioteche;

8) tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente, con esclusione dell’attività,

esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali;

9) promozione della cultura e dell’arte;

10) tutela dei diritti civili;

11) ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da

fondazioni o affidata ad università, enti di ricerca.

Sono inoltre considerate ONLUS (c.d.“Onlus di diritto”);

1. gli organismi di volontariato iscritti negli appositi registri;

2. le organizzazioni non governative riconosciute;

3. le cooperative sociali nonché i loro consorzi.

Sono inoltre ricompresi tra le Onlus gli enti ecclesiastici delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese, e le associazioni di promozione sociale comprese tra gli enti le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal Ministero dell’interno, limitatamente all’esercizio delle attività specificamente elencate.

 

6- Art. 2.Definizioni 

7- Art.3. Cessione gratuita delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale

8- Art.4. Modalità di cessione delle eccedenze alimentari

9- Art.5. Requisiti e conservazione delle eccedenze alimentari per la cessione gratuita

10- Art.6.  Modifica al decreto del Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n.571

11- Il tavolo è composto da 29 soggetti: 

 1) tre rappresentanti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ad uno dei quali è attribuito il compito di presiedere i lavori;

2) due rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

3) un rappresentante del Ministero dell’economia e delle finanze;

4) un rappresentante del Ministero della salute;

5) due rappresentanti del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di cui uno facente parte del Comitato tecnico scientifico per l’implementazione e lo sviluppo del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti;

6) un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico;

7) quattro rappresentanti designati dalle associazioni comparativamente più rappresentative della distribuzione;

8) un rappresentante di ognuno degli enti ed organismi caritativi iscritti nell’Albo istituito presso l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) ai fini dell’assegnazione dei prodotti alimentari;

9) tre rappresentanti designati dalle associazioni comparativamente più rappresentative della trasformazione, anche artigianale, e dell’industria agroalimentare;

10) due rappresentanti designati dalle associazioni comparativamente più rappresentative della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, di cui uno in rappresentanza della ristorazione collettiva;

11) due rappresentanti designati dalle associazioni agricole;

12) due rappresentanti designati dalle regioni e dalle province autonome;

13) due rappresentanti dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI);

14) due rappresentanti designati dalle associazioni comparativamente più rappresentative

dei mercati agroalimentari all’ingrosso;

15) un rappresentante della cooperazione agricola.

 

12- Art.8. Tavolo di coordinamento

13- Art.9. Promozione, formazione e misure preventive in materia di riduzione degli sprechi

14- Art.10. Misure volte a ridurre gli sprechi nella somministrazione degli alimenti

15- Il fondo finanzia i programmi annuali di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, che è affidata ad associazioni caritatevoli. Opera presso l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, che gestisce e distribuisce gli aiuti comunitari agli indigenti. Il fondo può essere incrementato da erogazioni liberali e donazioni di privati che godono di agevolazioni fiscali.

 

16- Art.11. Rifinanziamento del fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti e istituzione di un fondo nazionale per progetti innovativi finalizzati alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze

17- Il fondo, istituito  in base  alla Legge n. 244 del 2007,  nell’ambito del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha una  dotazione di 20 milioni di euro per anno a decorrere dal 2008. Il fondo è finalizzato alla sottoscrizione di accordi di programma e alla formulazione di bandi pubblici da parte del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per la promozione degli interventi in materia.

 

18- Art.12. Finanziamento degli interventi per la riduzione dei rifiuti alimentari

19- Art.14. Distribuzione di articoli e accessori di abbigliamento usati a fini di solidarietà sociale

20- Art.15. Raccolta di medicinali inutilizzati e donazione ed impiego dei medesimi

21- Art.16. Disposizioni in materia di cessione gratuita di derrate alimentari, di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale

22- Art.17. Riduzione della tariffa relativa alla tassa sui rifiuti

 

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