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Rispetto al passato, per le grandi sfide c’è poco tempo a disposizione

L’IO e il NOI sono nella nostra storia due identità che si definiscono a vicenda l’una con l’altra, ma che stanno sempre in un equilibrio reciproco instabile e mutevole. Mi sembra che sia importante capire che questo equilibrio tra IO e NOI non solo si sviluppa all’interno dei sistemi organizzativi umani (sia sociali che istituzionali) e può sbilanciarsi facilmente al loro interno, ma è anche esposto ai drammi causati dalle catastrofi naturali e storiche e dagli eventi biologici (vedi pandemie). 

Anche solo ragionando sulla nostra esperienza personale tutti verifichiamo che il mio IO si può riconoscere oggi in una cerchia sociale, stretta o ampia, o in una forma istituzionale che mi sento di chiamare come NOI nelle attuali condizioni. Tuttavia se queste condizioni mutano o si rovesciano, siamo tutti pronti a “cambiare bandiera” a lasciare gli amici e i coniugi, e a cercare un altro NOI. Ma anche gli altri che oggi sembrano identificarsi nel mio NOI, possono decidere, se le cose cambiano, di identificarsi in un altro NOI. Anche gli altri possono cambiare bandiera.

Questa dinamica instabile e in continua evoluzione che viviamo tutti i giorni nei gruppi di amici e nelle nostre cerchie sociali, si può osservare anche nei fenomeni storici e sociali di lungo periodo. Se riflettiamo sugli avvenimenti politici e storici degli ultimi anni possiamo tutti convenire sul fatto che negli ultimi 50 anni i nostri diversi IO si sono identificati in 3 cerchi concentrici del NOI. Il primo cerchio era la nostra classe sociale o partito o sindacato di riferimento, il secondo cerchio era il nostro paese, l’Italia, il terzo cerchio era un po’ più evanescente, l’Europa o forse i paesi “occidentali”. L’equilibrio tra il nostro piccolo IO e i 3 cerchi del NOI (Partito, Paese, Occidente) si reggeva su un sistema istituzionale molto complesso e fragile come le democrazie politiche dell’occidente.

Anche in passato molti equilibri identitari tra gli IO delle piccole popolazioni e il NOI delle strutture di riferimento, si rifaceva a sistemi istituzionali più o meno complessi. Tuttavia, la nostra storia ci insegna che quando si presentavano grandi cambiamenti sociali o ambientali non controllabili dai sistemi istituzionali vigenti, il difficile equilibrio veniva rotto e gli IO e i NOI entravano in una fase confusa di incontro e di scontro, sino a un momento di nuova sintesi e di nuovo equilibrio molto tempo dopo.

Il caso più famoso è quello delle invasioni barbariche, che, quando non furono più controllate dall’impero romano, ruppero drasticamente l’equilibrio fra l’IO delle persone libere e il NOI del “civis romanus sum”. Ne seguirono 5 secoli circa di difficile convivenza e di scontro tra diverse entità, i latini e le diverse tribù barbare, che solo dopo l’anno 1.000 cominciano a trovare un nuovo incerto equilibrio.

Un altro caso famoso è lo sviluppo della scienza moderna di Galileo e di Newton (dal ‘600 al ‘700) e il conseguente sviluppo impetuoso dell’industria (nell’800). Questa rottura scientifica e tecnica condusse alla creazione di nuove identità in Europa con la confluenza degli IO nel NOI della borghesia industriale oppure nel NOI dei lavoratori industriali. In molti casi queste identità si aggiunsero a quelle dell’antico regime.

Un altro caso famoso è il dramma dei gruppi di cacciatori e raccoglitori nomadi del tardo paleolitico, quando lo scioglimento dei grandi ghiacciai e la crescita impetuosa delle foreste nell’Europa continentale li costrinse a seguire i branchi degli animali erbivori verso il Nord Europa, poco ospitale. Oppure in alternativa ad adottare la nuova tecnologia dell’allevamento e delle colture agricole sedentarie. Ne seguirono conflitti, guerre e migrazioni complesse per vari millenni sino a che gli imperi antichi, non diffusero un nuovo equilibrio.

Anche noi oggi stiamo subendo almeno tre grandi traumi che sconvolgono   l’equilibrio IO-NOI. In primo luogo la rottura degli equilibri geo-politici imperiali (la fine dell’Unione Sovietica prima e poi del predominio americano con l’ascesa della Cina). In secondo luogo il salto tecnologico delle nuove tecnologie digitali e di Intelligenza Artificiale. In terzo luogo, la minaccia della catastrofe ecologica con i nuovi fenomeni delle grandi migrazioni e del cambio radicale del clima. C’è forse qualche cosa di nuovo nella situazione che stiamo vivendo? Oppure siamo percorrendo delle strade già battute nel passato?

Penso che la novità stia nel fatto che siamo andati oltre al tradizionale legame circolare fra rottura sociale e istituzionale e salto tecnologico. Nei casi ricordati infatti esisteva uno stretto legame tra cambiamento del sistema di organizzazione sociale e istituzionale e salto tecnologico che la società andava progressivamente adottando. Oggi la novità mi sembra sia nel problema del controllo del riscaldamento del pianeta e in generale della conservazione della vita sulla terra e forse anche della sopravvivenza dell’umanità.  

E’ come noto un problema che ha dimensioni universali e caratteristiche tecnologiche e di complessità sociale mai affrontate dall’umanità. Oltretutto sino ad oggi poche istituzioni si sono confrontate con la sfida ambientale e del global warming, con la sola eccezione dell’Europa, nonostante che il NOI europeo sia piuttosto debole in tutti i popoli. Tuttavia, mi sembra che la grande differenza tra le rotture della storia ricordate e l’attualità stia nel fattore tempo e nella velocità del cambiamento. In passato l’umanità aveva a disposizione secoli o millenni, oggi solo pochi decenni.

Mi sembra che le difficoltà che abbiamo di fronte oggi siano nel ricostruire un equilibrio tra il nostro IO ed i tre cerchi del NOI. Il NOI “paesano” della nostra piccola società, superando la frantumazione generata dai social e dalle tecnologie di comunicazione digitale. Il NOI del continente europeo rivitalizzando le nostre istituzioni democratiche. Il NOI “planetario” che deve essere all’altezza della sfida della transizione ecologica e del global warming. Attualmente il nostro IO sembra muoversi disperso e spaesato in questi 3 cerchi, ma forse più spesso ci sentiamo un po’ disperati.

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