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Non è più tempo di flat tax

Non c’è spazio per una riduzione della pressione fiscale, viste le esigenze di spesa pubblica e la necessità di ripercorrere un sentiero di riduzione del debito pubblico.

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I tormenti del Green Deal europeo

Il cambiamento climatico è un rischio per tutti i settori economici: secondo la BCE avrebbe nel 2019 già concorso a ridurre il PIL di un punto percentuale. Il danno maggiore grava sul settore agricolo

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Inseguendo il passato

Passeggiava stanco fra gli ulivi. Incurvato in maniera innaturale. Al tramonto della giornata, con il sole che scompariva dietro la montagna, la figura del vecchio sembrava svanire lentamente nel gioco di luci e di ombre, a simboleggiare il tramonto della sua vita.

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Pensioni sempre da capo, ripeschiamo le proposte giuste

Con le proposte del governo viene eliminata una delle condizioni previste dalla riforma Dini del 1995 per il diritto ad accedere alla pensione contributiva: che il suo importo fosse almeno 1,2 volte quello dell’assegno sociale. Questo parametro ha subito, nel tempo, diverse variazioni.

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Costruiamo la transizione

COP 28 ha raggiunto un risultato importante: ha fissato la data, il 2050; una data credibile concordata tra tutti, compresi i Paesi produttori di gas e petrolio e grandi consumatori che dotano i loro stadi di aria condizionata.

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Il chiaro-scuro della COP 28

Per la prima volta una COP, la Conferenza delle Parti n. 28 tenutasi a Dubai nel cuore degli Emirati Arabi che vivono di estrazione petrolifera, segna il passo per la transizione da tutti i combustibili fossili e l’immediata operatività del Fondo per le Perdite e i Danni (Loss and damage).

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L’assetto urbano tra mutazione e conoscenza

L’impatto delle città sui cambiamenti climatici, oltre ad essere aumentato nel corso del tempo, ha subito un processo di accelerazione negli ultimi 40 anni: i numeri ci dicono che nel 2050, secondo le stime ONU, è previsto che circa il 70% della popolazione vivrà in città.

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Verso nuovi paradigmi di consumi e produzione energetica

Solo pochi decenni addietro si calcolava che se tutti i paesi in ritardo di sviluppo avessero raggiunto lo stesso livello di benessere dei paesi più industrializzati, alias la stessa impostazione culturale rispetto al consumo di beni e servizi, non sarebbero stati sufficienti cinque pianeti grandi come la Terra per contenere i rifiuti prodotti dalla popolazione mondiale.

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